Un bronzo per l'inseguimento a squadre uomini che evidenzia la necessità di un cambio generazionale

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Quella sulla pista si sa, è una gara veloce, molto veloce. Rispetto a tre anni fa, purtroppo non siamo riusciti a centrare la finale per il metallo più prezioso, col nostro quartetto di frecce azzurre Filippo Ganna, Simone Consonni, Francesco Lamon e Jonathan Milan, ma nella finale per il terzo posto, quando c’è stato da riscattare il bronzo, l’Italia ha detto presente, ed ha afferrato, con un tempo di 3:44:197 ed una velocità media di 64,229 km/h, il gradino più basso del podio battendo la Danimarca nella finalina per il bronzo. Si può dire però, che probabilmente si chiude un cerchio, e per restare competitivi e poter ambire all’oro, ci dovrà essere un cambio generazionale, con la speranza che questi strepitosi protagonisti, specialmente Ganna e Consonni riescano a diventare vincenti (Milan lo è già) anche su strada prima di chiudere la carriera.