Tecnologie, sport e medicina: un intreccio che migliora vita e salute

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  Oggi i dispositivi “wearable” con la loro miniaturizzazione e connettività (smartwatch, fitness tracker, activity tracker fino a sistemi più complessi e a rete di sensori) rappresentano uno strumento quasi imprescindibile per misurare dati in tempo reale delle persone, per monitorare i loro gesti atletici e il loro allenamento, per migliorare le performance fisiche e anche fornire una grande quantità di dati misurati in un contesto ecologico per gli studi scientifici. Tali sistemi di sensori indossabili sono disponibili sia per il livello professionistico che amatoriale con funzioni e servizi di diverso impatto, dalla ottimizzazione agonistica al monitoraggio semplice dello sportivo non professionista. Un esempio è presente nel ciclismo ove i sensori indossabili di tipo cardio-respiratorio vengono comunemente impiegati per controllare l’atleta e valutare la riserva energetica, fino a suggerire la strategia per aumentare il ritmo, scattare o rallentare per cercare vincere la corsa. Anche i sistemi di tipo VR/AR/XR (Virtual Reality/Augmented Reality/ eXtended Reality) – caschi, visori e occhiali che permettono di vivere esperienze immersive di mondi virtuali o misti, ovvero dove reale e virtuale si fondono – vengono oggi applicati nello sport per generare ed eseguire allenamenti individuali e di gruppo anche fuori dal campo, ad esempio per apprendere strategie di gioco di squadra o performance del sistema uomo-attrezzo, oppure eseguire esercizi di rafforzamento o di riabilitazione globali o di alcuni distretti corporei. 

  Tecnologie digitali di analisi di questi big data supportano l’uomo per la loro elaborazione e interpretazione: algoritmi di intelligenza artificiale sono stati sviluppati per ottimizzare gesti e strategie in vista della performane e dell’allenamento sia individuale che di gruppo. Oggi le partite di calcio dispongono della match analysis (usata anche nel basket professionistico americano e persino nella pallavolo) basata su reti di telecamere che riprendono la scena da plurime angolazioni e su algoritmi di segmentazione ed estrazione delle figure umane in tempo reale. L’analisi delle performance e lo studio delle strategie di gioco rappresentano uno strumento formidabile ed oggi imprescindibile per lo staff tecnico delle squadre e anche per gli spettatori. Simili tecnologie, basate su sistemi optoelettronici a marker ed integrati con altri strumenti per una analisi multiparametrica e multifattoriale sono usate in fase di valutazione del gesto atletico (un esempio è lo Human Performance Lab del Politecnico di Milano che verrà prossimamente inaugurato e che insieme al Laboratorio Engineering for Sport presso il Polo territoriale di Lecco implementeranno le più recenti tecnologie e metodologie applicate allo sport) ma anche nella rappresentazione digitale a fini ludici (ad esempio trasferendo il movimento reale ad avatar dei giocatori nei videogiochi). A tutto ciò si integra l’aspetto della medicina, che oggi si fonda su due pilastri: 1) la evidence-based medicine o medicina basata sull’evidenza, ovvero il processo che usando metodologia scientifica ottiene, organizza e applica dati per migliorare le decisioni cliniche; queste vengono definite in funzione della migliore conoscenza scientifica disponibile combinata con l’esperienza clinica del medico e con i dati e le aspettative del paziente per fornire allo stesso soggetto-paziente un trattamento personalizzato e aderente al suo stato di salute e al risultato clinico da ottenere all’interno della sua riferimento valoriale di salute e benessere. 2) la “data-based medicine” o medicina basata sui dati, ovvero la grande disponibilità di dati che oggi i dispositivi sono in grado di fornirci oggettivando e quantificando parametri, immagini, processi fisiologici, metabolici e genetici, analogamente a quanto già discusso per il mondo sportivo. In questo scenario, il ruolo della medicina è duplice: da un lato la sua applicazione diretta al mondo dello sport nella cura, prevenzione o allenamento degli atleti. Si pensi all’importanza di tali dati nella prevenzione degli infortuni per gli atleti o per monitorare il recupero, con importanti ricadute nella definizione di nuovi e più efficienti protocolli di riabilitazione per tutti. Ed è questo il secondo aspetto: la possibilità di aumentare e migliorare l’evidenza clinica a supporto delle decisioni cliniche per tutti. L’analisi multifattoriale del gesto atletico sia negli aspetti cinematici (il movimento dei distretti corporei) che dinamici (le forze in gioco, come la reazione al terreno o gli impatti e le interazioni con attrezzi, dal pallone alle scarpe ai remi per il canottaggio) che muscolari (grazie all’impiego di sensori che registrano l’attività elettrica connessa alla contrazione del muscolo) sono in grado di offrire una visione molto accurata ed integrata che in medicina trova ampia applicazione nella diagnosi, valutazione e riabilitazione neuro-motoria. Il Politecnico di Milano ha avuto negli anni un ruolo importante nel panorama della ricerca scientifica internazionale anche nello sviluppo di queste tecnologie di analisi del movimento, e dei relativi protocolli per studiare funzioni, gesti e la loro correlazione con le patologie e la prevenzione. Infine, tra le tecnologie indossabili possiamo anche annoverare le protesi, un connubio di medicina, tecnologia e design che permette di ripristinare funzioni perdute e ritornare una vita piena, anche nella pratica di discipline sportive. Oggi il design per la salute rappresenta uno dei campi in maggiore evoluzione, soprattutto per il grandissimo valore sociale e di inclusione che trova nello sport paralimpico la sua massima espressione e perché l’esperienza clinica non sia più un solo e semplice processo di cura ma consideri anche la dimensione della bellezza e della facilità d’uso per aumentare la qualità della vita delle persone; pazienti, familiari, medici e operatori sanitari che affrontano insieme tali processi.