Festival del documentario a Villanova : dibattito sulla libertà di stampa e denuncia della Falcetti

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«Mi hanno fatto fuori dopo trent’anni di lavoro in Rai. Li ho denunciati tutti». Emanuela Falcetti si sfoga in un discorso liberatorio al Festival del documentario di Villanova Monteleone, di fronte a una piazza Mercato Vecchio stracolma di pubblico, tanto che gli organizzatori per accogliere tutti devono aggiungere varie file di sedie. È un fiume in piena la celebre giornalista, protagonista del dibattito sulla libertà di stampa che anticipa la proiezione dei documentari a tema “Libertà in esilio” e “Just play”. «Un perché di troppo in Italia fa fuori un giornalista», esplode la Falcetti incalzata dalle domande del moderatore Davide Mosca, redattore di Olbianotizie, quando la discussione entra nel vivo in un vibrante botta e risposta con il marito e collega Amedeo Martorelli di tv7.

 La disputa si infiamma con l’intervento di un giovane documentarista di Lecco che svolge attività giornalistica in Germania, tanto che a stento il sindaco Quirico Meloni e il direttore artistico Carlo Dessì riescono a placare gli animi. Motivo del contendere è il confronto tra l’etica professionale nel giornalismo italiano e in quello tedesco. «Non vado a dire balle – risponde la Falcetti – non l’ho fatto mai e non lo faccio ora. Infatti proprio per questo sono fuori. Dico che è soprattutto nelle conferenze stampa dei politici italiani, quando i giornalisti stranieri fanno le domande che noi altri non possiamo fare ai nostri governanti, che mi sento davvero mortificata professionalmente». C’è libertà di stampa in Italia? La risposta è “nì”. «Si è liberi quando si è autonomi, e si è autonomi quando si è indipendenti dal punto di vista economico», spiega Martorelli, che subito dopo si sofferma sulla sparizione della Sardegna dai media nazionali: «La grande stampa ha smesso di interessarsi dei problemi dell’Isola, che è stata ingoiata nell’invisibilità che la perseguita un po’ da sempre».

Scalpore anche per le affermazioni di Vincenzo Di Dino, funzionario regionale e giornalista direttore responsabile della rivista “Sardegna autonomie locali”, che rimarca il concetto: «Qui da noi non lo vediamo, ma nella grafica della sigla dei tg regionali di tutta Italia escluso il nostro, la Sardegna sparisce perché al suo posto è inserita in evidenza la regione di riferimento». Quella che doveva essere una semplice chiacchierata all’aperto diventa un convegno oltre tutte le aspettative, con un pubblico numerosissimo che assiste con grande interesse al dibattito e alla proiezione dei filmati, due profondi reportage sulla liberà di espressione. Stasera grande attesa per “Le nostre storie ci guardano” di Sergio Naitza. Domani la premiazione, con la proiezione del filmato vincitore nella piazzetta del Mercato Vecchio. Madrina e presentatrice Ambra Pintore.