Simone Loi, un medico veterinario e l'amore "rettiliano"

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  Quando è nato questo amore per gli animali e i rettili? L’amore per i rettili da ciò che ricordo è nato da quando ho il ricordo di esistere. Grazie a mia zia sorella di mia madre. 

  Non è che da bambino ti regalavano giocattoli di dinosauri? Quello sempre! Con anche enciclopedie sui dinosauri dove costringevo mia madre ogni notte, prima di addormentarmi, a leggerne alcune pagine. Inoltre è nato tutto con questa mia zia che mi leggeva queste enciclopedia sugli animali e in particolare mi piacevano molto i rettili, anfibi, insetti e artropodi, e così una lettura dopo l’altra ho iniziato ad appassionarmi a queste specie, diciamo, insolite e ho infine deciso di dedicare la mia vita a loro. 

  Da queste passioni sono scaturiti i tuoi studi? Si e da sempre ho voluto fare il veterinario anche se per tre anni, per un periodo, ho studiato medicina e chirurgia a Cagliari, e poi ho deciso di intraprendere i miei studi di medicina veterinaria cercando anche di formarmi sulla medicina dei rettili tramite corsi e ricerche e pubblicazioni. Seguendo il corso degli studi di medicina veterinaria ho sempre più affiancato quello di medicina veterinaria dei rettili proprio per poter poi esercitare la pratica clinica che svolgo. Insomma ho cercato di settorializzare molto il mio studio verso questa branca della medicina veterinaria. 

  Oggi molti veterinari si dedicano e specializzano verso lo studio di altri animali mentre noi in Sardegna abbiamo tante specie protette come le tartarughe di terra. La medicina veterinaria attualmente richiede figure specializzate, nel senso che ogni veterinario, oltre ai suoi studi, ne approfondisce alcuni in determinate specie . C’è chi preferisce seguire solo i cavalli, chi i bovini, ecc. e chi come me preferisce specializzarsi in animali denominati “esotici”. Gli animali esotici sono tutti gli animali che non sono convenzionali, dal coniglio, all’uccello, la cavia, mammiferi, pesci, invertebrati, animali da zoo, rettili, ecc. Anche nell’ambito dell’animale esotico, cioè nell’esotologia, come la definiamo noi del settore, si richiedono degli studi più approfonditi sulle specie prese in esame. Anche nella medicina dei rettili le specie sono filo geneticamente molto lontane tra loro. È più facile dire che l’uomo è vicino al coniglio piuttosto che dire la Testudo Hermanni che vive in Sardegna è vicino alla Testudo Marginata che sono entrambe del genere testudo della Sardegna, sono sì delle testuggini, ma sono animali completamente differenti. Perciò dal punto di vista filogenetico sono molto distanti, quindi parlare di un paziente rettile modello è molto complicato perché le specie dei rettili sono tantissime, sono circa undicimila e trecento, e perciò tutta questa grande varietà determina anche che siano tutte molto differenti tra loro. Perciò la bravura del veterinario che si occupa di medicina dei rettili è sapersi destreggiare tra le varie specie e conoscere la loro etologia, la loro storia naturale, le loro necessità e sapere in base a quello adattare l’ambiente a proprio favore per potere praticare una medicina di successo, una pratica clinica di successo. È importante capire che adattare l’ambiente è una terapia nelle specie dei rettili, perciò una determinata temperatura, un irraggiamento particolare, ed una certa umidità possono essere utili ai fini terapeutici per potere guarire questi animali. 

  In Sardegna molte persone posseggono la tartaruga di terra in giardino. Però la legge che anteriormente uscì impose di denunciarle portando molta gente ad abbandonarle in situazioni estreme e di non curanza. Però ci sono anche molte persone che avendole in giardino le curano con dovuta attenzione. Purtroppo queste leggi sono ambivalenti proteggono o censurano chi invece vuole tutelare questi animali. Il problema di queste leggi è che sono molto stringenti e se da un lato proteggono queste specie autoctone … Ma le proteggono? Le proteggono nel senso che ne impediscono teoricamente la cattura. Il discorso è che se qualcuno vuole andare in campagna a prendersi una testuggine Hermanni se non c’è nessuno lo fa e non succede niente perché controllare le campagne è impossibile. 

  Esiste anche la compravendita delle tartarughe. Esiste il mercato delle tartarughe e questo è controllato. Qui c’è tutta la documentazione CITES. Questi animali, per quanto riguarda le testuggini mediterranee, in generale, sono tutte in allegato A del CITES, e la vendita di queste specie prevede che questi animali abbiano una marcatura di un microchip, e abbiano il CITES giallo. Il CITES giallo è particolare che in teoria non è propriamente proprietà del futuro acquirente. È proprietà dello Stato, ed infatti i controlli su questi animali sono particolarmente rigidi e tra i vari controlli oltre la marcatura c’è anche quello del DNA sulle nascite. Si fanno dei campioni di saliva agli adulti e ai piccoli e si appura che effettivamente quei piccoli siano nati da un determinato gruppo riproduttivo denunciato. Questa legge effettivamente tutela ed è particolarmente stringente perché comunque sia impone determinati obblighi a chi ha questi animali e li vuole detenere regolarmente. Dovrebbero esserci invece più controlli in ambiente naturale perché qualcuno che va in giro può impossessarsi della tartaruga che vive libera nei campi. Ma ciò è un’impresa enorme. 

  Arrivano gli extraterrestri e devi comunicare con loro. Un veterinario specializzato nella medicina dei rettili come comunicherebbe? Speriamo che siano rettiliani perché gli sarei molto utile sotto questo aspetto. Esiste una comunicazione tra i rettili? Tra i rettili si. Perciò che tipo di comunicazione useresti? Il discorso dei rettili è che loro comunicano tra loro attraverso i vari odori, ferormoni, etc. Per quanto riguarda il rapporto umano rettile è un po’ più diversa come comunicazione, nel senso che i cheloni ed i sauri con l’essere umano entrano in una sorta di routine, cioè questi animali associano. Linguaggio associativo? Esatto. Questi animali hanno la capacità di associare determinate azioni a delle cose, come l’arrivo del cibo, e perciò associano anche il proprietario come una sorta di dispenser e lo riconoscono. I serpenti un po’ meno nel senso sì che associano anche loro, però è più una questione ai fini evoluzionistici. Associano qualcosa di positivo a qualcosa di buono come magari un determinato evento che è collegato alla somministrazione del cibo, ma è anche vero che associano a qualcosa di negativo. E quando è negativo lo ricorderanno per tutta la vita. E da questo aspetto gli ofidi, i serpenti, sono un poco meno elastici rispetto a cheloni e sauri. Quindi con questi extraterrestri rettiliani come comunicheresti? Mi auguro che siano come i cheloni, le tartarughe, e come i sauri e meno come gli ofidi però. Magari potrei essergli utile proprio dal punto di vista medico. Allora un medico per i rettiliani? Certamente.