Nella sede di Antica Fornace Villa di Chiesa nella piana di Ottana è
tutto pronto. I lavori per ampliare la sede sono già in corso, le
assunzioni anche e supereranno abbondantemente le 92 previste, la
produzione aumenta con il moltiplicarsi delle richieste: il contratto
di sviluppo da 50 milioni di euro presentato dalla società, già
approvato da Invitalia (l’agenzia che fa capo al Ministero per lo
Sviluppo economico e che ha dato il via libera ad agevolazioni per 25
milioni, di cui 17 a fondo perduto), e cofinanziato dalla Regione a
marzo scorso con 5 milioni, entra in fase pienamente operativa.
L’assessore della Programmazione e vicepresidente della Regione
Raffaele Paci, che ha proposto il cofinanziamento regionale
ottenendone l’approvazione in Giunta, ha incontrato nella sede sarda
l’imprenditore bergamasco Usvaldo Paris, patron dell’azienda, per
avviare simbolicamente questa nuova, importante fase per l’industria e
l’economia di tutto il territorio.
Paci, importanti prospettive per una zona che soffre la crisi -
“Questa è industria di eccellenza. Ed è la dimostrazione che industria
di eccellenza in Sardegna si può fare”, dice Paci. “Con i contratti di
sviluppo ci siamo impegnati a sostenere e cofinanziare progetti che
partecipano a procedure nazionali ma che hanno un forte impatto sul
sistema produttivo sardo, come questo che è strategico per l’area di
Ottana e in generale per l’economia dell’intera regione.
Un
investimento importante, che dà ampie prospettive di sviluppo a una
zona profondamente colpita dalla crisi industriale. Oggi abbiamo visto
un'industria viva, con tanti giovani sardi che qui lavorano e
costruiscono il loro futuro: come ha più volte sottolineato il
presidente Paris, il valore aggiunto di questa azienda sono proprio le
competenze e l'impegno quotidiano dei lavoratori, che credono
fortemente nel progetto e in un futuro possibile per il territorio”.
Un percorso di crescita per l’export in tutto il mondo - Antica
Fornace, nata nei primi anni Duemila con il contributo pubblico di 12
milioni del Contratto d'area, produce o-rings, ovvero anelli in gomma
di 8.000 diverse misure che vengono impiegati come guarnizioni
meccaniche e sigilli in vari settori, dall’industria automobilistica
all'elettronica, dalla telefonia all'industria di precisione.
Un’avventura iniziata con 6 dipendenti che oggi sono diventati 202 a
tempo indeterminato, tutti sardi e tutti provenienti dai comuni della
zona: età media 35 anni, 60 donne, 200 tonnellate al mese di gomma
lavorata per milioni di pezzi prodotti ed esportati per il 70%
all’estero, un fatturato di oltre 12 milioni all’anno. Quella che
lavora nel cuore della Sardegna è la più grande del settore in Italia.
Il progetto di investimento presentato a Invitalia e cofinanziato
dalla Regione prevede ora l'ampliamento del sito con quattro nuovi
immobili, un nuovo corpo di fabbrica di 3.600 metri quadri,
l'inserimento di nuove linee produttive dedicate all'O-rings e ai
cordini in gomma e un nuovo sistema informatico per una fase di
lavorazione della mescola di gomma, attualmente demandata a fornitori
esterni. L'obiettivo è quello di ampliare l'export raddoppiando la
produzione di O-ring dalle attuali 2.300 fino a 4mila e 600 tonnellate
all'anno.
Il programma di investimenti, che dovrà essere portato a
termine in 36 mesi, consentirà di completare nello stabilimento di
Bolotana l'intero ciclo produttivo, avviando nuove attività di
filiera, e di ampliare l’organico portandolo a oltre 250 dipendenti
(una sessantina sono già stati recentemente assunti e fanno parte del
pacchetto previsto dal contratto di sviluppo, che dunque andrà oltre i
92 previsti).
La Regione sostiene iniziative industriali serie e affidabili - “Un
programma ambizioso, importante, che si propone di far crescere
l’economia di questa zona ma con ricadute positive sull’intera
Sardegna, anche in termini di azioni anti spopolamento, perché ai
nostri ragazzi viene offerto un lavoro e dunque la possibilità di non
andar via”, sottolinea Paci. “La Regione, utilizzando gli strumenti a
sua disposizione, continuerà a sostenere realtà imprenditoriali serie
e affidabili, che portano lavoro, che consentono ai giovani di poter
fare affidamento su uno stipendio che permetta loro di costruire la
loro famiglia e restare nella loro terra. La formula vincente in
realtà come queste è saper coniugare radicamento alla comunità e
vocazione internazionale - conclude il vicepresidente -, creando
ecosistemi industriali sostenibili che sappiano crescere e creare
sviluppo”.