La Sardegna è al limite. E-distribuzione, il concessionario del servizio elettrico, sembra sorda alle denunce che da anni si ripetono con crescente urgenza. La situazione non è più sostenibile: impianti al collasso, mezzi insufficienti, personale esausto e territori sempre più vasti da gestire. Il segnale è chiaro e inequivocabile: o si interviene immediatamente o i lavoratori saranno costretti a proclamare lo stato di agitazione a livello regionale.
"La situazione che UGL Chimici-Energia denuncia da anni non può che essere condannata," afferma il segretario regionale Franco Peana.
"Abbiamo già richiamato l’azienda più volte, portando la questione anche davanti alla Prefettura di Sassari alla fine del 2023 e scrivendo ai Prefetti dell’isola a marzo 2024. Ma il silenzio di Enel persiste, mentre i problemi crescono."
La realtà sul campo è un bollettino di guerra. I lavoratori del Nord Sardegna, e non solo, sono costretti a turni di reperibilità che Peana definisce "quasi disumani." Operai e tecnici, figure cardine per la sicurezza degli impianti e la continuità del servizio, vivono sotto una pressione psicofisica insostenibile. "Gli straordinari si accumulano, le ore di riposo si riducono, e questo si ripercuote non solo sul lavoro, ma anche sulla vita personale e familiare," continua Peana.
Il problema principale è la cronica carenza di personale.
"Nel Nord Sardegna, ad esempio, i tecnici reperibili ruotano in 20 invece che in 24. Questo significa che i territori di Ploaghe, Sorso e Valledoria devono essere gestiti da tecnici di Sassari e Tempio Pausania, compromettendo ulteriormente un sistema già fragile."
La denuncia è supportata dai fatti: impianti vecchi e logori, manutenzioni ordinarie inesistenti, mezzi speciali e materiali mancanti. "E-distribuzione deve capire che questo non è solo un problema di efficienza aziendale, ma di sicurezza. Ogni ritardo, ogni disservizio aumenta i rischi per i lavoratori e per la comunità," avverte Peana.
Ma il silenzio di Enel non è solo un’offesa ai lavoratori. È un tradimento verso l’intera Sardegna, un’isola che merita un servizio elettrico moderno, sicuro ed efficiente. "Non servono spot televisivi, ma azioni concrete: investimenti sugli impianti, nuove assunzioni e una revisione totale delle aree di intervento. È l’unica soluzione possibile," sottolinea Peana con fermezza.
L’UGL Chimici-Energia non arretrerà di un passo. Se l’azienda non si muoverà, sarà inevitabile proclamare lo stato di agitazione. "Non stiamo chiedendo privilegi. Chiediamo solo che i lavoratori possano svolgere il loro compito in condizioni dignitose e sicure. La Sardegna non può più aspettare."
Il messaggio è chiaro: o Enel agisce, o i lavoratori alzeranno la voce. Non c’è più spazio per l’indifferenza.