America First – Gli Stati Uniti e noi: Biden si rimangia la parola e grazia il figlio

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  La promessa di non interferire nei processi del figlio, fatta da Joe Biden davanti a milioni di americani, si è sciolta come neve al sole. A 50 giorni dalla fine del suo mandato, il presidente ha firmato una grazia “piena e incondizionata” per Hunter Biden, il figlio travolto da scandali personali e giudiziari, smentendo quanto dichiarato più volte durante il suo mandato. Una mossa che non solo infrange la parola data, ma mina la credibilità della stessa istituzione presidenziale. 

  Hunter Biden, 53 anni, è il secondo figlio del presidente e una figura controversa della politica americana. Tra battaglie personali e accuse di condotte poco trasparenti, è diventato un simbolo della fragilità delle élite politiche statunitensi. Le sue vicende giudiziarie includono accuse di evasione fiscale per almeno 1,4 milioni di dollari tra il 2016 e il 2019, spesi in droga, escort e lussi sfrenati, e l'acquisto illegale di una pistola, omettendo di dichiarare la propria dipendenza da sostanze stupefacenti. Due processi federali pendevano su di lui, con sentenze previste per dicembre e la prospettiva concreta del carcere. Eppure, Biden ha deciso di intervenire direttamente, concedendo una grazia che cancella con un colpo di penna entrambi i procedimenti. Una decisione maturata nel weekend di Thanksgiving, trascorso con la famiglia a Nantucket, e annunciata prima di partire per un viaggio in Angola, lontano dalle inevitabili polemiche. 

  Negli Stati Uniti, la grazia presidenziale è uno strumento costituzionale che permette al presidente di perdonare individui condannati o accusati di reati federali. Non si tratta di un'ammissione di innocenza, ma di un atto di clemenza che pone fine a procedimenti giudiziari o pene già inflitte. Sebbene legale, la grazia è spesso oggetto di critiche, soprattutto quando viene percepita come un abuso di potere o un atto di favoritismo personale. In passato, la grazia è stata usata per motivi politici e personali: celebre quella di Gerald Ford per Richard Nixon dopo lo scandalo Watergate, o le controverse decisioni di Bill Clinton nell’ultimo giorno del suo mandato. Ma mai, forse, un presidente aveva graziato il proprio figlio, con accuse tanto gravi e moralmente imbarazzanti. La grazia concessa a Hunter non è un pugno nello stomaco per un Paese che si aspetta trasparenza e giustizia uguale per tutti. Biden aveva promesso agli americani di non interferire nei procedimenti giudiziari del figlio e aveva escluso categoricamente qualsiasi provvedimento di clemenza. Ora, con un gesto che tradisce ogni parola spesa, giustifica l’azione definendola necessaria per porre fine a una “persecuzione politica” orchestrata dai suoi avversari. 

  L’argomento è ironicamente lo stesso usato da Donald Trump per difendersi dalle sue accuse giudiziarie. E proprio Trump non ha perso occasione per provocare: “Il perdono concesso da Joe a Hunter include anche gli ostaggi del 6 gennaio? Che abuso e errore giudiziario!”, ha scritto l’ex presidente su Truth Social, riferendosi agli assalitori del Campidoglio, che lui stesso aveva promesso di graziare in caso di vittoria. Con questa decisione, Biden apre la porta a una serie di interrogativi inquietanti. Se un presidente può intervenire in modo così diretto per salvare il proprio figlio, cosa impedisce ad altri di fare altrettanto? Che messaggio si manda a un Paese già profondamente diviso? La grazia presidenziale dovrebbe essere uno strumento straordinario per rimediare a ingiustizie evidenti, non un salvagente per un membro della famiglia che ha sfruttato il proprio cognome per indulgere in comportamenti riprovevoli. Con questa scelta, Joe Biden ha tradito la fiducia degli americani e compromesso ulteriormente la credibilità della sua presidenza. Tutto questo accentua la già pressante e logorante polarizzazione politica, questo gesto di Biden rischia di essere un ulteriore passo verso la sfiducia nelle istituzioni. Una mossa che sarà ricordata non come un simbolo di nepotismo e privilegio. America First guarda con amarezza a una leadership che predica giustizia e uguaglianza, ma nei fatti si piega ai propri interessi. Se questa è l’eredità di Joe Biden, allora gli Stati Uniti hanno ancora molta strada da fare per ritrovare il loro senso di giustizia.