Strade di sangue: È ora di dire basta

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  Dietro ogni striscia bianca dipinta sull'asfalto, c'è una vita spezzata, un futuro cancellato, un dolore che non ha fine. Le nostre strade, un tempo luoghi di condivisione e di incontri, si sono trasformate in trincee dove si combatte una battaglia impari: quella per la sopravvivenza. Roberto Fadda, con la sua inchiesta implacabile, ha sollevato il velo su un sistema corrotto e indifferente, dove la sicurezza stradale è spesso solo una parola vuota. 

  Le sue rivelazioni ci hanno mostrato come, dietro ogni incidente, si nascondano interessi economici e una totale disumanità. Ogni giorno, in ogni città d'Italia, si verificano incidenti stradali che strappano vite preziose. Un giovane investito mentre attraversa sulle strisce pedonali, un motociclista sbalzato dalla sua sella a causa di una buca, un pedone travolto da un'auto in fuga: sono solo alcune delle tragedie che si consumano quotidianamente sulle nostre strade. Un recente rapporto dell'ACI (Automobile Club d'Italia) rivela numeri allarmanti: oltre 300.000 incidenti stradali l'anno, con un numero di vittime ancora troppo elevato. 

  Le cause principali sono da ricercarsi nella distrazione al volante, nell'eccesso di velocità e nello stato precario delle strade. Dietro ogni tragedia si cela un intreccio di responsabilità: amministrazioni locali che trascurano la manutenzione delle strade, aziende appaltatrici che mettono a rischio la sicurezza per massimizzare i profitti, controlli insufficienti e una legislazione spesso inadeguata. Non possiamo più accettare che la vita umana sia così poco valutata. Chiediamo giustizia per le vittime e per i loro cari. Chiediamo alle istituzioni azioni concrete e immediate: maggiori controlli, manutenzione costante delle strade, illuminazione adeguata in ogni punto, educazione stradale, investimenti in infrastrutture e trasparenza. È ora di trasformare il lutto in rabbia, la rabbia in azione. Le nostre strade sono un campo di battaglia, e noi dobbiamo vincere questa guerra. Non siamo numeri, siamo cittadini, e pretendiamo il diritto di vivere in sicurezza. Chiediamo alle istituzioni di agire ora, prima che altre vite vadano perdute. Le nostre strade urlano vendetta. Ascoltiamo il loro grido.