In Sardegna, il progetto del collegamento ferroviario Alghero Centro – Alghero Aeroporto, alimentato a idrogeno, sta suscitando un acceso dibattito. Secondo ARST, l’iniziativa prevede l’utilizzo di treni a trazione elettrica alimentati da idrogeno, che partiranno dalla linea esistente Sassari-Alghero, con una deviazione nei pressi della stazione di Mamuntanas. Il progetto comprende la costruzione di un deposito per la manutenzione dei treni e un impianto di produzione di idrogeno supportato da un campo fotovoltaico. Questa infrastruttura produrrà 1.500 kg di idrogeno al giorno tramite elettrolisi, alimentando sia i treni sia gli autobus per il trasporto pubblico locale.
La CNA Territoriale di Sassari, attraverso il presidente provinciale Gianni Sale, esprime però forti preoccupazioni in merito all’impatto ambientale e alla reale efficacia di questa soluzione per il territorio.
“Riteniamo questo progetto estremamente impattante dal punto di vista ambientale e non risolutivo dei bisogni di mobilità delle nostre imprese, dei lavoratori e dei cittadini dell’intero territorio,” dichiara Sale, rappresentando le piccole e medie imprese della zona. La CNA contesta l’idea di investire in progetti sperimentali di idrogeno verde, ritenuti non economicamente sostenibili in altre parti d’Europa.
Il vicepresidente regionale di CNA, Angelo Angius, sottolinea anche la necessità di un progetto serio di rilancio per l'Aeroporto di Alghero, cruciale per garantire il diritto alla mobilità dei sardi e sostenere il flusso turistico. Per Angius, è essenziale pensare a una pianificazione che consideri anche il fragile tessuto produttivo locale, in particolare il settore agroalimentare. Mamuntanas, una delle aree agricole più fertili del territorio, rischia di essere trasformata in un'area per campi fotovoltaici e depositi, sottraendo terreni destinati alla produzione alimentare.
CNA chiede alla Regione Sardegna di fermare il progetto e avviare un tavolo di concertazione, che coinvolga le amministrazioni locali di Sassari e Alghero, la Città Metropolitana, le associazioni di categoria, i comitati di cittadini e i rappresentanti degli interessi economici locali. "Non è più tempo di investire in progetti calati dall'alto. Serve una concertazione che rispetti i bisogni reali del territorio e che possa rilanciare l’economia locale senza distruggere le sue risorse," conclude Sale.