I nodi strutturali della Sardegna. Vengono a galla drammaticamente. Mostrando cinicamente il riverbero di una classe politica che, soprattutto negli ultimi decenni, ha considerato la Ras solo una Arca di Noè dove far entrare gli amici e assicurarsi una scia di privilegi. Nonostante la buona volontà di poche figure realisticamente al servizio delle comunità. Perché questo è oggi la politica. Un sistema spregiudicato verso il traguardo dell'agiatezza attraverso il potere. Non sono emersi personaggi intellettualmente preparati ad affrontare le responsabilità dei carichi politici. Ma principalmente arrivisti in cerca di fortuna. E così sui banchi del Consiglio Regionale e sulle poltrone della Giunta hanno trovato respiro, non a caso, persino schiere di indagati dei pm. E addirittura di elementi che hanno sperimentato il soggiorno nelle patrie galere. Senza che ciò sia sembrato scandalo. La Sanità è i Trasporti pagano le conseguenze di questa inefficienza di base della classe politica. Così, peraltro, come tutte le altre emergenze dell'Isola. Il clientelismo, l'affarismo di una imprenditoria vorace tesa solo al profitto, la mancanza di progetti globali di sviluppo hanno lasciato spazio al peggio del potere pubblico. Con la massoneria dell'opportunismo che ha trovato terreno fertile per carrierismo e per ricavi enormi dagli appalti pubblici. Perché faccio queste riflessioni? Perché oggi mettere mano alle problematiche della Sardegna è una impresa disperata per chiunque. Impresa aggravata dalla insularita'. Concepita a Roma e a Bruxelles come una fastidiosa tara strutturale. Che allontana le attenzioni anziché attirarle con interesse verso soluzioni condivise. E la Sardegna diventa perciò una colonia. Con i suoi problemi cresciuti al grado di drammatica incombenza. Alimentando una Società senza stimoli dinamici e preda dei potenti. Che spinge i giovani a lasciare l'Isola. Aprendo le porte alla desertificazione sociale. Attraverso lo spopolamento. In un contesto in cui il merito è solo dei potenti, dei loro clan e di chi è parte del circuito di potere. Mario Guerrini.