All'indomani della rielezione di Donald Trump come Presidente degli Stati Uniti, Annalisa Corrado, responsabile Conversione Ecologica del PD e membro del Parlamento Europeo per il gruppo S&D, lancia un grido di allarme e un appello all’Europa. Secondo Corrado, l’elezione di Trump rappresenta un “durissimo colpo” agli accordi sul clima e ai diritti civili, e rende ancora più caotiche le relazioni internazionali. Ma, per lei, questa è anche un'occasione per l'Europa di assumere una posizione di “leadership” in ambiti cruciali come il clima, l’inclusione e l’indipendenza energetica.
Parole ambiziose, ma su quali basi? Siamo di fronte a un’Unione Europea che, nonostante le dichiarazioni altisonanti, fatica a trovare una visione unitaria su questioni essenziali come l'energia e la sicurezza.
Corrado chiede “indipendenza energetica” e una politica estera comune, sottolineando che senza questi pilastri, la difesa comune rischia di rimanere solo un miraggio. Ma, come ben sappiamo, gli sforzi europei per raggiungere questa autonomia sono tutt’altro che agevoli e lineari. Non è forse l’Europa stessa che si è dimostrata spesso timida e divisa nei momenti cruciali? Invocare la coesione è giusto, ma quanto è realmente praticabile in un’Unione che si trova regolarmente a combattere divisioni interne?
Corrado insiste anche sulla necessità di continuare a investire nella decarbonizzazione, pur ammettendo indirettamente che la politica americana con Trump potrebbe non sostenere questi sforzi. Eppure, appare un po' ingenuo fare affidamento solo sull’Inflation Reduction Act, sperando che il clima resti prioritario per Washington.
Questo fa sorgere una domanda legittima: l'Europa può davvero imporsi come leader globale senza un forte e convinto alleato d'oltreoceano?
Infine, Corrado riflette su una “lezione” dalle elezioni americane: la necessità di riconnettersi con le fasce più fragili della popolazione, quelle stesse fasce che, in molti Paesi europei, sono sempre più scettiche nei confronti di un’Europa che percepiscono lontana dai propri problemi concreti. Qui, forse, Corrado tocca un nervo scoperto: i Democratici americani hanno perso una parte importante del loro elettorato popolare, e anche in Europa il sentimento di disillusione cresce. Ma il PD e l’UE sono pronti a confrontarsi con queste realtà, o le loro politiche continueranno a guardare solo a una certa élite?
L’appello della Corrado è, a tratti, una visione lodevole. Tuttavia, senza risposte concrete su come colmare i divari interni all’Europa e su come raggiungere effettivamente gli obiettivi dichiarati, queste dichiarazioni rischiano di restare, ancora una volta, soltanto belle parole.