Berlinguer – La grande ambizione di Andrea Segre

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  Berlinguer - la grande ambizione, la recensione: Elio Germano nel ritratto intenso di un leader politico in crisi: È un film molto interessante e rigoroso. È fotografato restituendo un'immagine arrugginita e cromaticamente desaturata che nelle parti fiction si mescola bene con immagini di repertorio (manifestazioni, telegiornali, reportage). Quello di Segre è un dramma politico vissuto nelle stanze del potere e negli interni borghesi. Seguiremo l'operato di Enrico Berlinguer dal 1973 al 1978 nel mondo (dalla Bulgaria a Mosca), dentro la sede del Partito Comunista Italiano (cresce di elezione in elezione arrivando nel 1976 al 34,37%) e tra le mura di casa (verrà contestato da un figlio che indossa la kefiah palestinese come si fa in Occidente a mo' di sciarpa). 

  Il paradosso è che anche Berlinguer, la grande ambizione, nonostante abbia davanti a sé una prateria sconfinata e possa fare quello che vuole, perché non ha debiti, non corre il rischio di copiare nessuno e può scegliere liberamente quali aspetti trattare o che punto affrontare della carriera di Berlinguer. Segre ha scelto di iniziare con quello che Enrico Berlinguer definì come un tentativo di attentato subito in Bulgaria, e poi far proseguire il film raccontando il dibattito interno al Partito Comunista (che poi diventa interno alla famiglia di Berlinguer) riguardo al grande compromesso. È un Berlinguer che dal 1973 al 1978 dovrà tenere a bada l'URSS (che non lo ama troppo in quanto inossidabile democratico e riformista alla Salvador Allende), distinguere con forza il PCI dall'eversione dei gruppi armati, assicurare la posizione italiana dentro il Patto Atlantico e provare ad affrontare con Aldo Moro un percorso politico delicato ma fondamentale che possa unire il paese invece di spaccarlo definitivamente. 

  Il paradosso è che anche Berlinguer, la grande ambizione, nonostante abbia davanti a sé una prateria sconfinata e possa fare quello che vuole, perché non ha debiti, non corre il rischio di copiare nessuno e può scegliere liberamente quali aspetti trattare o che punto affrontare della carriera di Berlinguer. Segre ha scelto di iniziare con quello che Enrico Berlinguer definì come un tentativo di attentato subito in Bulgaria, e poi far proseguire il film raccontando il dibattito interno al Partito Comunista (che poi diventa interno alla famiglia di Berlinguer) riguardo al grande compromesso. Iosonouncane – al secolo Jacopo Incani, musicista e compositore di Buggerru – ha firmato la colonna sonora del film. Il primo estratto, “I funerali di Enrico" impreziosita dalla voce di Daniela Pes, cantante e musicista di Tempio Pausania che ha pubblicato il suo primo, celebratissimo album proprio con la collaborazione di Incani.