Disegno di legge n.45: Sardegna a rischio svendita energetica?

-
  Dopo l'ennesimo ciclo di incontri territoriali, la Giunta regionale della Sardegna ha presentato il disegno di legge n.45, definito "Aree idonee", che mira a individuare spazi adatti per la realizzazione di impianti per le energie rinnovabili. Ma dietro alle parole ben confezionate degli assessori e al linguaggio tecnico delle norme, si cela una questione ben più spinosa: la Sardegna sta davvero puntando su una transizione energetica responsabile o sta sacrificando il suo territorio sull'altare del progresso? Se da un lato si parla di "partecipazione" e di incontri per coinvolgere le comunità locali, dall’altro emerge una pericolosa semplificazione dei processi autorizzativi. L'assessore Francesco Spanedda ha dichiarato che i vincoli paesaggistici non saranno più vincolanti per l'approvazione degli impianti. 

  Questo significa che la Sardegna, con il suo patrimonio naturalistico unico, rischia di diventare terreno di conquista per nuovi progetti senza un'adeguata tutela. Dietro la parola "idonee", infatti, si nascondono scelte che potrebbero avere conseguenze irreversibili. I cittadini sardi sono stati spesso spettatori silenziosi di decisioni prese dall'alto, con promesse di progresso che poi non si sono tradotte in benefici reali per le comunità. Questa legge, per quanto parli di autoconsumo e comunità energetiche, potrebbe ripetere lo stesso copione. L'obiettivo di 6,2 GW di potenza da negoziare con lo Stato sembra ambizioso, ma senza una chiara strategia sul "come" e "dove" questi impianti verranno collocati, si rischia di creare un nuovo squilibrio tra le esigenze energetiche e la protezione del territorio. Il rischio reale è che, nel nome di un'autodeterminazione energetica, si apra la strada a un far west di progetti che poco hanno a che fare con il rispetto dell'ambiente e molto con gli interessi economici delle grandi aziende del settore.