La decisione di Aeroitalia di abbandonare lo scalo di Alghero per concentrarsi su Cagliari ha suscitato inevitabili domande e una certa dose di dispiacere. Le dichiarazioni dell’amministratore delegato, Gaetano Intrieri, tracciano un quadro chiaro, ma allo stesso tempo complesso, che necessita di essere approfondito per comprendere le vere dinamiche dietro questo "arrivederci" e non addio definitivo all’aeroporto di Fertilia. La prima giustificazione fornita da Intrieri riguarda i costi operativi. "Alghero è l'aeroporto più costoso in Sardegna", ha dichiarato, facendo riferimento a una serie di circostanze che rendono l’operatività su questo scalo poco conveniente.
Non è certo una novità che l'aeroporto di Fertilia soffra da tempo di problematiche legate a costi infrastrutturali elevati e un volume di traffico inferiore rispetto a Cagliari o Olbia, che rende più difficile per le compagnie giustificare un impegno continuo su questo scalo.
Intrieri ha parlato apertamente delle difficoltà legate alla partecipazione ai bandi per la continuità territoriale, una misura pensata per garantire collegamenti tra la Sardegna e la penisola, ma che si scontra spesso con la rigidità dei costi operativi e le dinamiche di mercato. Non è un caso che Aeroitalia abbia scelto di spostare i suoi aerei su Cagliari, dove le prospettive economiche appaiono più solide, soprattutto grazie al nuovo bando di continuità che prevede collegamenti con Milano Linate e Roma Fiumicino. La questione della continuità territoriale resta un tema caldo in Sardegna. Il sistema attuale, pur garantendo collegamenti essenziali per i residenti, è spesso oggetto di critiche, sia per la complessità delle gare, sia per le difficoltà che le compagnie incontrano nel rispettare i parametri economici richiesti.
L'assessora ai Trasporti, Barbara Manca, ha recentemente sottolineato l'importanza di rendere il sistema più flessibile, introducendo meccanismi come gli "Aiuti Sociali" per sostenere destinazioni meno frequentate e migliorare l'integrazione tra trasporti e offerta turistica.
Aeroitalia, nonostante il suo addio temporaneo a Alghero, ha comunque assicurato che non lascerà lo scalo scoperto. La compagnia era infatti consapevole che altre compagnie avrebbero partecipato al bando per la gestione delle rotte su Alghero, garantendo così la continuità dei collegamenti per l'aeroporto catalano. La mossa di concentrarsi su Cagliari, però, è dettata principalmente dalla necessità di massimizzare le risorse disponibili e ottimizzare l'efficienza operativa, una scelta che, come ha spiegato Intrieri, non è stata presa a cuor leggero. Nonostante le difficoltà, Intrieri ha lasciato intendere che l’addio ad Alghero potrebbe essere solo temporaneo. "Mi piacerebbe tornare", ha affermato, facendo capire che, qualora le condizioni economiche migliorassero, Aeroitalia potrebbe riprendere le operazioni su Fertilia. Questa dichiarazione lascia aperta una porta di speranza per il futuro del trasporto aereo su Alghero, anche se molto dipenderà dagli sviluppi futuri della politica regionale e dalle scelte del governo sardo in tema di continuità territoriale. La scelta di Aeroitalia è stata accolta con dispiacere, ma con una certa dose di realismo.
Da tempo si sapeva che i costi di gestione di Alghero avrebbero potuto mettere in difficoltà le compagnie aeree, soprattutto in un mercato come quello sardo, fortemente vincolato alla stagionalità. La presenza di Aeroitalia su Alghero era vista come una possibilità di rilancio per l’aeroporto, che già in passato aveva faticato a mantenere un flusso di voli costante durante tutto l'anno. La decisione di Aeroitalia non è solo una questione di bilanci, ma anche di scelte strategiche che riflettono le difficoltà strutturali del mercato aereo sardo. La speranza è che le future riforme sulla continuità territoriale e i nuovi bandi regionali possano creare condizioni più favorevoli per le compagnie, incentivando un ritorno su Alghero e una maggiore presenza di voli anche durante i mesi invernali.