La Sardegna è un'isola dalle mille contraddizioni, ma mai come in questi giorni il paradosso è diventato così evidente nel settore più delicato: la sanità. Da una parte, il Brotzu, il principale ospedale dell'isola, è sull'orlo dello sciopero. Poco personale, stipendi bassi, carichi di lavoro insostenibili. Dall'altra, l'assessore regionale alla Sanità, Armando Bartolazzi, interviene al congresso nazionale della FIMMG a Villasimius, dipingendo scenari di rinnovamento e promettendo un futuro radioso basato su competenze e tecnologia.
I sindacati lo avevano preannunciato: "In caso di mancato accordo siamo pronti allo sciopero".
E quel giorno sembra ormai dietro l'angolo. L'USB Sanità denuncia una situazione "vergognosa e intollerabile": il personale del Brotzu, già ridotto all'osso, è il meno retribuito della Sardegna nonostante sia il più oberato per carichi di attività assistenziale.
Le riforme sanitarie degli ultimi anni hanno stravolto l'assetto dell'ARNAS Brotzu, accorpando tre poli sanitari di riferimento e sovraccaricando ulteriormente un sistema già al limite. Lo smantellamento dei servizi territoriali e la chiusura di diversi reparti nelle ASL hanno riversato sull'ospedale un afflusso incontrollato di pazienti provenienti da tutta la regione.
Gianfranco Angioni, referente regionale dell'USB Sanità, è chiaro: "Occorre ampliare le dotazioni organiche e incrementare le risorse economiche per il personale. Senza interventi immediati, è certa un'implosione irreversibile a danno degli operatori e degli ammalati di tutta la Sardegna".
Nel frattempo, a pochi chilometri di distanza, l'assessore Bartolazzi interviene all'apertura dell'82º congresso nazionale della FIMMG. Parla di "governare le liste d'attesa a partire dal territorio", del "ruolo cruciale dei medici di medicina generale", di una "visione fortemente improntata sulle competenze e la specializzazione".
"La Sardegna è una regione molto complessa dal punto di vista orografico e con una demografia sempre più dispersa", afferma l'assessore. "Occorre rendere la professione del medico di medicina generale nuovamente attrattiva per i giovani, non soltanto prevedendo incentivi economici, ma anche rinnovando i corsi e le materie di studio".
Belle parole, indubbiamente. Ma viene da chiedersi: quanto sono aderenti alla realtà attuale? Mentre si discute di Big Data, tecnologia e digitalizzazione, il personale sanitario del principale ospedale dell'isola lotta quotidianamente con turni massacranti, stipendi inadeguati e mancanza di risorse.
C'è un evidente scollamento tra la retorica istituzionale e la cruda realtà dei fatti. Mentre l'assessore delinea scenari futuristici, gli operatori sanitari affrontano problemi ben più immediati: carenza di personale, mancanza di attrezzature, fondi promessi ma non erogati.
Il sindacato USB chiede l'immediata liquidazione e ripartizione dei dieci milioni di euro, come chiarito dalla Corte Costituzionale, per sanare le disparità retributive e migliorare le condizioni di lavoro. "La situazione è inaccettabile e da scongiurare", afferma Angioni. "Le nostre richieste non possono più essere ignorate".
È tempo che le istituzioni guardino in faccia la realtà e agiscano di conseguenza. Le dichiarazioni programmatiche e le visioni a lungo termine sono importanti, ma non possono sostituire gli interventi immediati necessari per evitare il collasso del sistema sanitario regionale.
Il personale del Brotzu non chiede la luna. Chiede condizioni di lavoro dignitose, stipendi adeguati, risorse sufficienti per poter garantire ai cittadini un servizio sanitario efficiente. Chiede che le promesse fatte vengano mantenute, che i fondi stanziati vengano effettivamente erogati.
La salute dei cittadini sardi non può aspettare i tempi della politica o delle riforme strutturali. Mentre si parla di futuro, il presente richiede interventi urgenti. Il rischio, altrimenti, è di continuare a costruire castelli in aria mentre le fondamenta crollano sotto il peso dell'indifferenza e dell'inefficienza.
È auspicabile che l'assessore Bartolazzi, dopo gli interventi al congresso, rivolga la sua attenzione alle emergenze attuali, dialogando con i sindacati e trovando soluzioni concrete. Perché la sanità non è fatta solo di progetti e convegni, ma soprattutto di medici, infermieri e operatori che ogni giorno, spesso in condizioni proibitive, garantiscono un diritto fondamentale: quello alla salute.