Il 2020 è entrato nella storia come l'anno in cui il mondo ha affrontato una pandemia senza precedenti nell'era moderna. La Sardegna, sotto la guida del Presidente Christian Solinas, si è trovata ad affrontare sfide inaspettate e complesse. Mentre l'isola cercava di proteggere la salute dei suoi cittadini, emergono anche questioni politiche, economiche e sociali che hanno segnato profondamente l'anno. A febbraio 2020, mentre in Lombardia e Veneto si registravano i primi focolai di COVID-19 in Italia, la Sardegna sembrava essere al riparo.
Tuttavia, il 3 marzo, fu confermato il primo caso sull'isola: un uomo di 42 anni rientrato da un viaggio all'estero. Da quel momento, la Regione dovette attivare rapidamente misure di contenimento. Il Presidente Solinas, in collaborazione con l'Assessore alla Sanità Mario Nieddu, adottò immediatamente misure restrittive per limitare la diffusione del virus. Tra queste: Chiusura delle scuole e delle università: a partire dal 5 marzo, seguendo le direttive nazionali. Sospensione di eventi pubblici: incluse fiere, concerti e manifestazioni sportive. Limitazioni nei trasporti: furono ridotti i collegamenti aerei e marittimi con la penisola, per controllare gli ingressi nell'isola.
Una delle decisioni più significative fu l'ordinanza del 14 marzo, con cui Solinas dispose l'obbligo per chiunque arrivasse in Sardegna di sottoporsi a un periodo di isolamento fiduciario di 14 giorni. Questa misura fu presa per arginare l'arrivo di persone potenzialmente infette dalla terraferma, soprattutto dopo che molti sardi residenti al nord avevano cercato rifugio nell'isola. Nel mese di aprile, emerse un focolaio nel comune di La Maddalena, legato a una casa di riposo. Solinas istituì una zona rossa nel territorio, limitando gli spostamenti in entrata e uscita. Analoghe misure furono prese per il comune di Ozieri, dove si registrarono numerosi casi. Solinas fu tra i presidenti di regione più attivi nel richiedere al governo nazionale maggiori poteri per gestire l'emergenza a livello locale. Chiese insistentemente controlli più stringenti sui porti e aeroporti, e risorse aggiuntive per il sistema sanitario sardo. Uno dei punti critici fu la gestione dei test diagnostici. L'Assessore Nieddu annunciò l'acquisto di test sierologici rapidi per effettuare uno screening di massa. Tuttavia, vi furono ritardi nella distribuzione e polemiche sulla loro affidabilità.
Le opposizioni denunciarono una carenza di tamponi molecolari e la lentezza nell'analisi dei campioni. Con l'avvicinarsi dell'estate, la Sardegna si trovò a dover bilanciare la necessità di proteggere la salute pubblica con l'importanza economica del turismo. Solinas propose l'introduzione di un "passaporto sanitario" per i turisti in arrivo, ovvero l'obbligo di presentare un certificato di negatività al virus. Questa proposta generò un acceso dibattito a livello nazionale. Il governo centrale, attraverso il Ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia, si dichiarò contrario, sostenendo che avrebbe violato la libera circolazione dei cittadini. Nonostante le pressioni, Solinas mantenne la sua posizione, emanando un'ordinanza il 12 giugno che prevedeva la registrazione obbligatoria dei passeggeri in arrivo e l'invito a presentare un test negativo. Durante l'estate, la Sardegna registrò un aumento dei casi di COVID-19, in particolare legati a località turistiche come Porto Cervo e locali notturni come il famoso Billionaire di Flavio Briatore. Questo portò a una serie di contagi tra i vacanzieri e il personale dei locali. Le opposizioni e parte dell'opinione pubblica criticarono duramente l'amministrazione Solinas, accusandola di aver sottovalutato i rischi e di non aver imposto misure sufficienti. In particolare, la riapertura delle discoteche fu oggetto di polemica. Il 16 agosto, il governo nazionale ordinò la chiusura delle discoteche in tutta Italia, ma in Sardegna alcune erano rimaste aperte fino a quel momento. Un altro tema caldo fu la gara d'appalto per il servizio di elisoccorso. La società Babcock Mission Critical Services Italia si aggiudicò il servizio, ma vi furono ricorsi e contestazioni da parte di altre aziende escluse. Questo ritardò l'attivazione del servizio, creando disagi nelle zone più isolate dell'isola. L'impatto economico della pandemia fu devastante per molti settori.
L'Assessore al Bilancio Giuseppe Fasolino presentò una manovra finanziaria straordinaria, con uno stanziamento di 120 milioni di euro per sostenere imprese, lavoratori autonomi e famiglie in difficoltà. Furono previsti: Contributi a fondo perduto per le piccole e medie imprese. Sgravi fiscali per le attività commerciali.
Buoni spesa per le famiglie a basso reddito. Tuttavia, molti lamentarono ritardi nell'erogazione dei fondi e complicazioni burocratiche nell'accesso alle misure. Con la chiusura delle scuole, l'Assessore alla Pubblica Istruzione Andrea Biancareddu si trovò ad affrontare la sfida della didattica a distanza. Furono stanziati fondi per dotare gli studenti di dispositivi elettronici e garantire la connettività nelle aree meno servite. Nonostante gli sforzi, emersero disparità tra gli studenti, soprattutto nelle zone rurali e periferiche. Nel corso del 2020, vi furono alcuni cambiamenti nella giunta regionale: Valeria Satta (Lega) assunse l'incarico di Assessore agli Affari Generali, Personale e Riforma della Regione, sostituendo Giuseppe Fasolino che mantenne solo la delega al Bilancio. Giorgio Todde (Lega) fu nominato Sottosegretario ai Trasporti nel governo nazionale, ma mantenne un ruolo influente nella politica regionale. Le opposizioni criticarono queste nomine, sostenendo che fossero frutto di equilibri politici interni più che di competenze specifiche.
Nel novembre 2020, un violento nubifragio colpì la Sardegna, in particolare la zona di Bitti, in provincia di Nuoro. L'alluvione causò tre vittime e danni ingenti alle infrastrutture e alle abitazioni. Solinas dichiarò lo stato di emergenza e visitò personalmente le zone colpite. Furono stanziati fondi per la ricostruzione, ma la tragedia sollevò interrogativi sulla gestione del territorio e sulla prevenzione del dissesto idrogeologico. Il settore culturale soffrì pesantemente le restrizioni. Festival, concerti e rappresentazioni teatrali furono annullati o rinviati. L'Assessore Biancareddu cercò di sostenere le associazioni culturali attraverso bandi e finanziamenti, ma la situazione rimase critica. Artisti e operatori culturali manifestarono il loro disagio, chiedendo maggiori interventi. La pandemia accelerò la necessità di digitalizzare i servizi pubblici. L'Assessore Valeria Satta promosse l'implementazione di piattaforme online per l'accesso ai servizi regionali, come il Fascicolo Sanitario Elettronico e l'applicazione per la registrazione dei turisti in arrivo. Il 2020 fu un anno che nessuno avrebbe potuto prevedere.
L'amministrazione Solinas si trovò a navigare in acque tempestose, tra emergenze sanitarie, economiche e sociali. Le decisioni prese, le azioni intraprese e le criticità emerse hanno lasciato un segno profondo nella Sardegna. Mentre alcuni riconoscono gli sforzi compiuti in una situazione senza precedenti, altri criticano la gestione dell'emergenza, evidenziando ritardi e scelte discutibili. In ogni caso, il 2020 ha rappresentato un banco di prova per l'isola e per la sua classe dirigente, mettendo in luce sia le fragilità che la capacità di resilienza del territorio e dei suoi abitanti. Nel nostro prossimo articolo, continueremo il viaggio attraverso l'era Solinas, analizzando il 2021. Un anno in cui la Sardegna avrebbe affrontato nuove sfide, tra la speranza portata dai vaccini e le difficoltà di ripresa economica.