Perché ripercorrere l'era Solinas: Un viaggio necessario

Christian Solinas
  Mentre le voci di malcontento sull'amministrazione Todde in Sardegna si fanno sempre più insistenti, sentiamo il bisogno di fare un passo indietro. Prima di giudicare il presente, è doveroso comprendere il passato. Ecco perché abbiamo deciso di intraprendere un viaggio attraverso i cinque anni dell'amministrazione Solinas, dal 2019 al 2023. Un'analisi anno per anno, per illuminare gli eventi, le decisioni, le sfide e le opportunità che hanno segnato l'isola. Non per indulgere in critiche sterili, ma per offrire al lettore una panoramica completa e obiettiva, affinché possa formarsi un'opinione informata sull'attuale situazione politica. Il 2019, per la Sardegna, non fu un anno come gli altri. Era come se l'isola, cullata dal Mediterraneo, attendesse un cambiamento, un sussulto che potesse scuotere le fondamenta di una politica stagnante. E quel sussulto arrivò il 24 febbraio, quando le urne decretarono la vittoria di Christian Solinas. Christian Solinas, classe 1976, originario di Cagliari, non era certo un novizio della scena politica sarda. Con una laurea in Giurisprudenza e un passato da senatore, aveva già calcato i palcoscenici romani. Ma fu con il Partito Sardo d'Azione (PSd'Az), storica formazione autonomista, che consolidò la sua posizione. L'alleanza inedita con la Lega di Matteo Salvini, vista da molti come un azzardo, si rivelò invece una mossa vincente.

  Una strategia che mescolava l'identità sarda con l'onda nazionale del centrodestra. Le elezioni regionali videro Solinas trionfare con il 47,8% dei voti, superando il candidato del centrosinistra, Massimo Zedda, fermo al 33%. Ma se la vittoria fu netta, il cammino successivo si presentò irto di ostacoli. La formazione della giunta regionale fu tutt'altro che rapida: ci vollero oltre due mesi per definire la squadra di governo. Alessandra Zedda (Forza Italia), Vicepresidente e Assessore al Lavoro. Una figura di esperienza, già nota per il suo impegno nel settore. Giuseppe Fasolino (Forza Italia), Assessore alla Programmazione e Bilancio. Imprenditore e già sindaco di Golfo Aranci, portava con sé una visione pratica dell'economia. Mario Nieddu (Lega), Assessore alla Sanità. Medico di professione, si trovò subito ad affrontare la complessa riforma del sistema sanitario. Gianni Lampis (Fratelli d'Italia), Assessore all'Ambiente. A soli 32 anni, il più giovane della giunta, ma con idee chiare sulla tutela del territorio. Gabriella Murgia, indipendente vicina alla Lega, Assessore all'Agricoltura. Una scelta che destò qualche perplessità per la sua estraneità al settore. Le nomine non furono prive di polemiche. In molti accusarono Solinas di aver privilegiato l'equilibrio politico rispetto alle competenze tecniche. Ma il presidente andò avanti per la sua strada, convinto delle sue scelte. Appena insediato, Solinas dovette affrontare una crisi che stava mettendo in ginocchio uno dei settori chiave dell'economia sarda: l'ovicaprino. Il prezzo del latte di pecora era crollato sotto i 60 centesimi al litro, scatenando la rabbia dei pastori. Le immagini dei bidoni di latte versati per strada fecero il giro del mondo. Il 14 marzo 2019, Solinas riuscì a mediare un accordo tra pastori e industriali: un prezzo provvisorio di 74 centesimi al litro, con l'obiettivo di raggiungere un euro entro la fine dell'anno. La Regione stanziò 49 milioni di euro per sostenere il comparto. Una vittoria? Forse. Ma le tensioni non si sopirono del tutto, e molti pastori rimasero scettici sulle reali possibilità di cambiamento. La sanità sarda era un malato cronico. Liste d'attesa interminabili, ospedali periferici in difficoltà, costi elevati.

  L'Assessore Mario Nieddu si mise al lavoro per riorganizzare l'intero sistema. L'idea era di superare l'ATS (Azienda per la Tutela della Salute), struttura centralizzata, per tornare a otto ASL territoriali. Un ritorno al passato, secondo alcuni. Un necessario avvicinamento ai cittadini, secondo altri. Il dibattito fu acceso. Da un lato, chi sosteneva che la frammentazione avrebbe aumentato i costi e ridotto l'efficienza. Dall'altro, chi vedeva nella decentralizzazione la possibilità di rispondere meglio alle esigenze locali. La riforma, approvata nel dicembre 2019, segnò comunque un punto fermo nell'agenda di Solinas. Per un'isola, i trasporti non sono un dettaglio. La continuità territoriale, che dovrebbe garantire collegamenti aerei e marittimi efficienti e a costi sostenibili, era in crisi. La compagnia aerea Air Italy annunciò la chiusura della base di Olbia, mettendo a rischio centinaia di posti di lavoro e lasciando scoperti importanti rotte. Solinas si trovò a dover negoziare con il governo centrale e con le compagnie aeree. Le trattative furono complesse. Alla fine, si riuscì a garantire la continuità dei voli principali, ma il sistema rimase fragile. La questione dei trasporti marittimi non fu da meno, con polemiche sulle tariffe e sulla qualità del servizio. La Sardegna, con le sue coste incontaminate e i suoi paesaggi mozzafiato, è un tesoro da preservare. Ma anche una risorsa economica. La giunta Solinas presentò un disegno di legge urbanistica che prevedeva la possibilità di ampliare strutture ricettive e immobili esistenti anche nelle zone costiere. Le associazioni ambientaliste, come Italia Nostra e il Gruppo di Intervento Giuridico, insorsero. Si parlò di rischio cementificazione, di attentato al patrimonio paesaggistico. La Regione difese il provvedimento, sostenendo che avrebbe rilanciato l'economia e l'occupazione. Il dibattito rimase aperto, con posizioni fortemente contrastanti. Con l'Assessore al Turismo Gianni Chessa, la Regione lanciò una massiccia campagna di promozione. Obiettivo: destagionalizzare il turismo, puntando su cultura, enogastronomia, eventi sportivi. Vennero organizzate manifestazioni come il Rally Italia Sardegna e si investì nella partecipazione a fiere internazionali. L'idea era quella di far conoscere una Sardegna diversa, non solo mare e spiagge, ma anche tradizioni, artigianato, natura incontaminata dell'interno. I primi risultati furono incoraggianti, con un aumento delle presenze nei mesi primaverili e autunnali. L'Assessore Andrea Biancareddu si dedicò alla promozione della lingua e della cultura sarda. Furono finanziati progetti nelle scuole per l'insegnamento del sardo e per la riscoperta delle tradizioni locali. Vennero stanziati fondi per il restauro di siti archeologici e per eventi culturali. Ma non mancarono le critiche sull'insufficienza delle risorse e sulla mancanza di una visione strategica a lungo termine. La cultura, si sa, spesso paga il prezzo di essere considerata un settore secondario. Solinas portò avanti con determinazione le richieste di maggiore autonomia fiscale e amministrativa nei confronti dello Stato centrale. Incontri con il Presidente del Consiglio e con vari ministri si susseguirono. Si discusse di compartecipazione al gettito fiscale, di insularità, di investimenti infrastrutturali. Il rapporto con il governo nazionale fu a tratti teso. La Sardegna rivendicava i suoi diritti, ma le risposte da Roma non furono sempre all'altezza delle aspettative. Una partita complessa, che avrebbe richiesto tempo e pazienza. Il 2019 di Christian Solinas fu un anno di semina. Molti cantieri aperti, sfide affrontate con coraggio, risultati altalenanti. Le critiche non mancarono. Le aspettative erano alte, forse troppo. Gli effetti delle politiche intraprese nel 2019 si sarebbero visti solo negli anni a venire Nei prossimi articoli, continueremo a esplorare gli anni successivi, fino ad arrivare all'avvicendamento con l'amministrazione Todde. Solo così potremo avere una visione completa e valutare con cognizione di causa l'operato di chi ci governa. Perché il vero giornalismo è dire ciò che gli altri non dicono". E noi vogliamo raccontare la Sardegna com'è, senza filtri né pregiudizi, per amore della verità e rispetto dei lettori.