Cagliari, 19 settembre 2024. Sì, siamo qui a parlare di cuore. Non quello che batte furiosamente per un amore impossibile, non quello che si spezza per una tragedia annunciata. Ma quel cuore silenzioso, dimenticato, che ogni giorno lavora incessantemente per tenerci in vita. Eppure, in questo nostro mondo “civilizzato”, sono proprio le malattie cardiovascolari la principale causa di morte. E, badate bene, non solo per gli uomini, ma anche per le donne. Soprattutto per le donne.
C'è qualcosa di terribilmente ingiusto in tutto questo. Le donne, che già sopportano il peso del mondo sulle loro spalle, si trovano spesso impreparate, inconsapevoli di essere vittime di un nemico silenzioso. Un nemico che si presenta in modi subdoli, con sintomi ambigui, e quando finalmente si fa notare, è spesso troppo tardi.
Dopo la menopausa, quando gli ormoni smettono di fare da scudo, gli infarti aumentano vertiginosamente, colpendo con una ferocia che non conosce pietà.
Ed è qui che entra in gioco l’iniziativa promossa dall’Osservatorio Nazionale sulla salute della donna e di genere (Onda), in occasione della Giornata mondiale del cuore. Consulti cardiologici telefonici, diretti dalla professoressa Roberta Montisci, saranno offerti alle donne (ma non solo), nei giorni 26, 27, 30 settembre e 1 e 2 ottobre, dalle 15 alle 17, chiamando il numero 07051096596. Perché? Perché la prevenzione è l’unica vera arma che abbiamo contro queste malattie. Perché riconoscere in tempo i sintomi può fare la differenza tra la vita e la morte.
Le donne, sempre in prima linea quando si tratta di prendersi cura degli altri, raramente si fermano a pensare al proprio benessere. Ignorano i segnali, trascurano quel battito accelerato, quel respiro corto, quel malessere che non vuole passare. Pensano sia stress, stanchezza.
Dopotutto, è normale sentirsi così, no? No. Non è normale. E i cardiologi del Policlinico Duilio Casula sono pronti a ricordarcelo.
Parleranno di aneurisma aortico, di infarto, di patologie valvolari e carotidee. Termini che sembrano freddi e lontani, ma che nascondono una realtà dura e concreta. Perché ogni aneurisma non diagnosticato, ogni infarto sottovalutato, rappresenta una vita che potrebbe essere salvata. E allora facciamolo, questo passo. Non per un capriccio o per vanità. Facciamolo perché abbiamo il diritto di vivere, e di vivere bene.
Le malattie cardiovascolari non aspettano. Non si prendono pause. E noi non possiamo permetterci di ignorarle. Non è una questione di paura, è una questione di rispetto per noi stesse. Questa settimana della salute della donna non è solo un’occasione per ascoltare consigli medici. È un grido, un appello a non lasciare che il tempo ci consumi in silenzio.