Spesso si sottolineano le gravi carenze informative riguardo allo stato di avanzamento dei progetti finanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). Le stesse preoccupazioni valgono per il livello di risorse già spese, un indicatore cruciale per valutare l'efficacia del piano.
La pubblicazione della quarta relazione al Parlamento sull’attuazione del piano ha finalmente fornito qualche aggiornamento, ma il quadro resta incompleto. I dati disponibili sono aggiornati al 31 dicembre 2023 e, nella maggior parte dei casi, non tengono conto della revisione del Pnrr. Il governo stesso ha sottolineato come i dati presentati possano essere falsati dalla scarsa puntualità con cui i soggetti coinvolti nella realizzazione degli interventi rendicontano le uscite sostenute. Questo rende complesso, se non impossibile, fare valutazioni accurate sul reale stato di avanzamento del piano.
Attualmente, sono 151,4 miliardi di euro i fondi che le amministrazioni titolari devono ancora spendere alla luce della revisione del Pnrr. Un dato che deve essere preso con le dovute cautele, ma che resta preoccupante, considerando che il nuovo piano prevede un importo totale di 194,4 miliardi. Questo significa che circa il 78% delle risorse deve ancora essere speso. Risultano ancora rilevanti carenze in termini di disponibilità di informazioni. È necessario ribadire l'importanza di mettere a disposizione dei cittadini e degli analisti dati chiari, realistici e aggiornati. Non solo sul livello di spesa complessiva, ma anche per i singoli progetti finanziati.
Attualmente non abbiamo dati puntuali sullo stato di avanzamento e sulla spesa effettuata per ogni progetto finanziato con il Pnrr. La relazione del governo fornisce però alcuni elementi sui fondi già erogati da ogni amministrazione titolare e anche per le singole misure. Queste informazioni, risalenti al 31 dicembre 2023, devono essere valutate con cautela, poiché nella maggior parte dei casi non tengono conto della revisione del piano. Le eccezioni sono i dati sulle uscite relativi al ministero delle Infrastrutture, dell'Interno e del Dipartimento per le Politiche di Coesione.
Il governo stesso valuta come sottostimate le informazioni fornite, perché molti soggetti attuatori coinvolti nella realizzazione dei vari interventi non hanno aggiornato con puntualità i dati su Regis, la piattaforma dedicata alla rendicontazione degli interventi finanziati con i fondi del Pnrr.
Il dato si riferisce alla spesa effettuata dai soggetti attuatori come riscontrabile dal sistema di monitoraggio ReGiS e potrebbe, quindi, risultare incompleto qualora le amministrazioni non abbiano provveduto a registrare le singole operazioni. Nel primo trimestre del 2024 saranno intraprese azioni per rafforzare l’obbligo per le amministrazioni di aggiornare tempestivamente le informazioni rilevanti.
Al 31 dicembre risultavano già erogati circa 43 miliardi di euro. Questo significa che rimangono da spendere nei prossimi tre anni ben 151,4 miliardi, più del triplo di quanto fatto finora. Tra i ministeri che, in valori assoluti, hanno già erogato più fondi troviamo quello dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica con 14 miliardi di euro. Seguono il ministero delle Imprese (13,8 miliardi), quello delle Infrastrutture (6,1 miliardi) e quello dell’Istruzione (circa 3 miliardi di fondi già erogati).
Logicamente, non è stato ancora speso nessun ammontare dalla struttura commissariale per la ricostruzione post-alluvione che ha colpito il centro Italia nel maggio 2023, poiché i fondi Pnrr sono stati attribuiti a questo soggetto solo in seguito alla revisione del piano.