Spiagge sarde depredate: L'ennesima vergogna estiva

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  Non è la prima volta e, temiamo, non sarà l'ultima. Ogni estate si ripete il medesimo spettacolo indecente che vede protagonisti turisti senza scrupoli, armati di sacchetti e di una faccia tosta degna di miglior causa. Questo weekend, le splendide spiagge di Chia e Villasimius sono state teatro di un vergognoso saccheggio: ben 20 chilogrammi di sabbia e conchiglie prelevati illegalmente. Eppure, chi ama davvero la Sardegna sa quanto preziosa sia questa terra e quanto poco basti per rovinarla. Grazie alla segnalazione tempestiva dei bagnanti, il Corpo Forestale è intervenuto in due distinti blitz. A Chia, nel Comune di Domus de Maria, gli agenti della stazione forestale di Pula hanno fermato un "collezionista" di sabbia, sequestrando 13 kg di sacchetti pieni di sabbia e ciottoli. Ogni sacchetto riportava meticolosamente l'origine della sabbia: Chia su Giudeu, Dune di Is Arenas Biancas, Piscinnì, Pula, Cala Cipolla. 

  Come se la catalogazione potesse in qualche modo giustificare l'atto. Non meno grave il secondo intervento a Villasimius, dove gli agenti della base navale hanno fermato un diportista statunitense con 4 kg di sabbia prelevati dalla spiaggia di Campulongu. Due episodi che dimostrano come la minaccia alla bellezza naturale dell'isola provenga da ogni dove, locale e internazionale. Il prelievo di sabbia dagli arenili sardi è vietato dalla Legge regionale n. 16 del 2017, che prevede sanzioni fino a 3000 euro per i trasgressori. Una normativa chiara, eppure sistematicamente ignorata da chi pensa che un pezzo di Sardegna possa essere un souvenir da mettere in valigia. 

  È questa arroganza che fa montare la rabbia: l'idea che le regole non valgano per tutti, che il patrimonio naturale di una regione possa essere depredato impunemente. Siamo stanchi di ripetere le stesse storie, di assistere impotenti a questo scempio estivo. Serve maggiore consapevolezza, un cambiamento culturale che porti a rispettare la natura e a capire che la bellezza di un luogo non può essere imbottigliata e portata via. E serve anche un'applicazione più severa delle leggi, con controlli più frequenti e pene più severe per scoraggiare i predatori di sabbia. Il saccheggio delle spiagge sarde è una piaga che si ripete ogni estate. È tempo di dire basta. Le bellezze naturali della Sardegna sono un tesoro inestimabile, che appartiene a tutti e che tutti abbiamo il dovere di proteggere. Chi ama davvero questa terra non può rimanere indifferente di fronte a tali atti di vandalismo ambientale. Bisogna fare di più, e subito, per fermare questa vergogna.