Blocco al porto di Oristano per le pale eoliche, scattano le denunce per i manifestanti

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  Alle due del mattino di oggi, martedì 16 luglio, le prime pale eoliche hanno lasciato il porto industriale di Oristano-Santa Giusta e sono state trasportate sino a Villacidro, dove andranno a sostituire le vecchie già presenti nel parco funzionante da parecchi anni. Tuttavia, il trasporto è stato bloccato per quasi tre ore da un gruppo di manifestanti che hanno occupato la sede stradale, sollevando tensioni e mettendo in luce un malessere sociale sempre più diffuso. I partecipanti alla protesta, poco meno di cento, molti dei quali arrivati da fuori provincia, sono stati tutti identificati dalle forze dell'ordine, e per alcuni di loro scatteranno denunce per resistenza passiva e occupazione della carreggiata. «La situazione non era semplice perché si tratta di gruppi senza una vera leadership e quindi è difficile intavolare un dialogo», ha dichiarato il questore di Oristano, Giuseppe Giardina. «C'è poi da considerare che la strada per il passaggio delle pale è praticamente un vicolo cieco, per cui non si potevano avere delle alternative, ma alla fine si è evitato qualsiasi tipo di scontro nonostante alcuni manifestanti continuassero a impedire il passaggio dei mezzi». Le parole di Giardina sottolineano l'abilità e la pazienza delle forze dell'ordine, ma non possono nascondere la realtà di un paese in fermento. 

  Questo episodio non è un caso isolato, ma il sintomo di un malessere sociale profondo, che trova le sue radici in una rivoluzione iniziata agli inizi degli anni 2000 e che ora ha fatto traboccare il vaso. La protesta di Oristano, come molte altre in Italia e nel mondo, non riguarda solo le pale eoliche, ma è una ribellione contro un sistema percepito come ingiusto e corrotto. Tra i manifestanti erano presenti persone vicine ai gruppi antagonisti e molte legate al mondo dei No Vax, uniti da una visione comune di sfiducia verso le istituzioni e le grandi industrie. Gli slogan contro i vaccini e le accuse di speculazioni legate alle energie rinnovabili rivelano un contesto di sospetto e disillusione. La percezione è quella di interessi massonici e di grandi gruppi industriali e politici corrotti che convergono, sfruttando le rinnovabili come un nuovo campo di speculazione. La realtà è che, sebbene le energie rinnovabili siano cruciali per il futuro del nostro pianeta, la loro implementazione spesso avviene senza un adeguato dialogo con le comunità locali. Le pale eoliche che sostituiranno le vecchie strutture a Villacidro rappresentano un passo avanti tecnologico, ma anche un simbolo di progresso imposto dall'alto senza considerare le preoccupazioni delle persone che vivono quei territori. In questo clima di tensione e divisione, è fondamentale che le istituzioni ascoltino e coinvolgano le comunità, per evitare che il malessere sociale degeneri in conflitto aperto. Le denunce ai manifestanti possono contenere il disordine temporaneamente, ma non risolveranno il problema di fondo. 

  Il futuro delle energie rinnovabili in Italia, e nel mondo, dipenderà dalla capacità di creare un consenso condiviso e di costruire un dialogo basato sulla fiducia reciproca. Le prossime settimane vedranno altri trasporti di pale eoliche, e il calendario fitto preannuncia ulteriori potenziali tensioni. È un momento cruciale per decidere se continuare sulla strada del confronto o scegliere quella della collaborazione e del rispetto per le comunità locali, senza le quali nessun progresso potrà essere veramente sostenibile.