Giovanni Storti, noto membro del trio Aldo, Giovanni e Giacomo, prende posizione contro lo sviluppo eccessivo dell'energia eolica in Sardegna. Con un intervento critico, l'attore esprime preoccupazione per il futuro del paesaggio isolano, in risposta ai numerosi progetti eolici previsti, soprattutto in Gallura.
"L’Europa ha decretato che entro il 2030 l’Italia debba produrre 70 Gigawatt di energia da fonti rinnovabili", sottolinea Storti, evidenziando come questa direttiva si traduca in una distribuzione disomogenea degli impianti sul territorio nazionale. "Purtroppo, in Gallura si stanno progettando impianti per 56 Gigawatt, mentre la Sardegna produce quasi il 40% in più di quello che consuma", aggiunge l'attore, mettendo in luce la sproporzione tra la capacità produttiva e il reale fabbisogno energetico dell'isola.
La questione sollevata da Storti riguarda non solo l'aspetto produttivo ma anche quello ambientale e paesaggistico. "Vogliono fare impianti eolico con torri alte 200 metri, che non verranno mai rimosse", denuncia, evidenziando il rischio che tali strutture, una volta giunte a fine vita, possano rimanere come cicatrici indelebili sul paesaggio sardo.
La critica dell'attore si focalizza sull'approccio alla produzione di energia rinnovabile, che a suo avviso dovrebbe seguire le linee guida europee favorendo "impianti più piccoli, meno impattanti, al servizio delle comunità che usufruiscono di quella energia". Una visione che punta a un equilibrio tra necessità energetiche e rispetto dell'ambiente, promuovendo soluzioni che non solo rispondano alle esigenze di produzione ma che siano anche sostenibili nel lungo termine.
Il dibattito sull'energia eolica in Sardegna, riacceso dalle parole di Giovanni Storti, pone l'accento sull'importanza di pianificare lo sviluppo delle energie rinnovabili in modo responsabile, considerando gli impatti ambientali, sociali ed economici. Una sfida che l'Italia e la Sardegna sono chiamate ad affrontare nel cammino verso la transizione energetica.
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