Al via il festival Boghes & Cordas con Paolo Angeli al teatro Verdi di Sassari

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  Paolo Angeli, cresce con il viso rivolto verso il mare nella punta nord della Sardegna. Considerato tra i più importanti innovatori con radici della scena internazionale, è approdato ad una sintesi di linguaggio in cui ha collocato nella contemporaneità la musica tradizionale sarda, tracciando un ponte ideale tra memoria e innovazione, approdando ad una musica d’avanguardia mediterranea sospesa tra free jazz, folk noise, pop minimale, post- rock. Coprotagonista della musica di Angeli e la sua chitarra sarda preparata, uno strumento orchestra dotato di 25 corde, ibrido tra chitarra baritono, violoncello e batteria, dotato di martelletti, pedaliere, eliche a passo variabile. 

  Paolo Angeli ha all’attivo 12 album da solista, dal 2005 vive in Spagna e suona regolarmente nei più importanti festival e teatri di tutti i continenti. Ha improvvisato e collaborato con Fred Frith, Iva Bittova, Hamid Drake, Evan Parker, Antonello Salis, Pat Metheny, Jon Rose, Iosonouncane ect. Chi ha assistito a una performance in Solo di Paolo Angeli, spesso in un atto unico, sa di trovarsi difronte ad un viaggio musicale omerico. Una navigazione fatta di partenze, approdi, in cui composizione e improvvisazione tessono il racconto, all’interno del quale si avvicendano melodie struggenti e rumori che rimandano a paesaggi sonori ora post industriali, ora legati alla natura. Il cuore del concerto è la chitarra sarda preparata, un’orchestra a 25 corde, inventata da Angeli circa trent’anni fa, dotata di martelletti, eliche e diversi ponti, con il quale il musicista sardo veicola emozioni, al servizio di una musicalità sempre cangiante. Su questa base Angeli intarsia arabeschi, tessuti con puntuali interventi vocali melismatici, espressione della tradizione sarda più arcaica. 

  Il musicista sardo negli ultimi quattro anni ha tracciato le coordinate dell’avanguardia mediterranea, realizzando tre album accolti con stupore dalla critica internazionale. JAR’A esplora i territori della Sardegna ancestrale con un focus post rock; RADE è una finestra aperta sul mare nostrum che ridisegna le rotte di esplorazione tra i generi; NÍJAR, è un sentito omaggio al poeta andaluso Federico Garcia Lorca, un album che sa di polvere e fa detonare i confini del flamenco contemporaneo. Dal vivo la trilogia ha un respiro unico, i confini tra le opere assumono tratti effimeri, le composizioni vengono assemblate in un dialogo musicale serrato, raggiungendo una sintesi e una cifra stilistica unica, in cui contemporaneo e tradizione si incontrano per generare nuovi linguaggi. Tra adagi Desert nord africani, pulsazioni e compás del flamenco, arcate mediorientali, evocazioni di ensemble di percussioni e della scuola minimalista, muri di suono avant-rock, variazioni Angeli conia un esperanto che racchiude la poetica ibrida di un musicista che ha portato con autorevolezza la chitarra e la musica sarda nel nuovo millennio.