«Qui non solo c’è la mano di uno dei nostri musicisti con le carte più
in regola, ma c’è il teatro d’opera all’italiana (…); c’è la
caratterizzazione tematica dei personaggi, un ottimo strumentale, la
tornitura e la grazia dei particolari, una fantasia teatrale sempre
imbroccata». Così lo scrittore Giorgio Vigolo definiva, in una
pubblicazione del 1955, il capolavoro di Nino Rota Il cappello di
paglia di Firenze, la farsa musicale in quattro atti che andrà in
scena venerdì 27 e domenica 29 settembre al Teatro Comunale di
Sassari, in prima esecuzione assoluta in Sardegna. Ispirata alla
commedia teatrale Un chapeau de paille d’Italie dei francesi Labiche e
Michel (1851), venne completata da Rota insieme alla madre Ernesta
Rinaldi nel 1946 ma andò in scena soltanto nove anni dopo al Teatro
Massimo di Palermo.
L’opera apre la Stagione lirica 2019 dell’Ente concerti “Marialisa de
Carolis” ed è stata presentata questa mattina al Liceo musicale Azuni
di via de Carolis. Lo spazio dell’auditorium ha contenuto a malapena
gli spettatori, tra cui tantissimi studenti che hanno potuto conoscere
da vicino non soltanto l’opera, inquadrata dalla musicologa Paola
Cossu, ma anche i protagonisti in scena. I cantanti Mauro Secci,
Ilaria Vanacore, Aloisa Aisemberg e Marco Bussi hanno infatti
partecipato all’incontro, proponendo dal vivo alcune arie del
Cappello. È toccato invece al regista Lorenzo Maria Mucci il compito
di raccontare la trama e l’allestimento in scena a Sassari, creato
originariamente per il Teatro Verdi di Pisa. «Rappresentare un’opera
di Rota, grande autore di colonne sonore, come un film in uno studio
cinematografico d’altri tempi poteva sembrare una banalità – ha
spiegato Mucci – ma è stato quasi naturale, considerando che il
Cappello è figlio dello stesso Chapeau di Labiche e Michel diventato
poi un capolavoro del cinema muto di Renè Clair del 1927; se poi
aggiungiamo che il film successivo di Clair è tratto da Les deux
timides sempre di Labiche e che nel 1950 Rota compone l’opera I due
timidi a partire dallo stesso testo, il collegamento non poteva che
essere naturale». La vicenda, una divertente commedia degli equivoci,
ruota intorno al cappello di una donna che viene mangiato dal cavallo
del protagonista, un giovane parigino, nel giorno delle sue nozze:
soltanto dopo che avrà recuperato un copricapo uguale a quello andato
distrutto, il novello sposo potrà finalmente congedare gli invitati,
un tirannico suocero, la padrona del cappello col suo amante e il
gelosissimo marito e ritirarsi con l’amata.
Il Cappello sassarese, proposto nel pomeriggio in anteprima ai ragazzi
delle scuole, conta sulle scene di Emanuele Sinisi, i costumi di
Massimo Poli e il disegno luci di Tony Grandi. Il cast è quasi tutto
composto da sardi: i giovani Mauro Secci (Fadinard), Ilaria Vanacore
(Anaide), Francesco Leone (Nonancourt), Marco Puggioni (Felice),
Gianluca Moro (Vezinet), con Elisabetta Scano (Elena). A loro si
aggiungono Marco Bussi (Beaupertuis), Aloisa Aisemberg (la baronessa
di Champigny), William Hernandez (Emilio), Bruno Lazzaretti (Achille
di Rosalba, una guardia) e, a completare il cast, Veronica Abozzi (la
modista) e Fabrizio Mangatia (il caporale). L’Orchestra dell’Ente
concerti sarà diretta da Federico Santi, mentre il Coro dell’Ente è
preparato da Antonio Costa.