Piatti a s'antiga: Lorighittas cun bagna de pudda - LORIGHITTAS CON SUGO DI POLLO

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INGREDIENTI
per 8/10 persone
Per la pasta:
· 1 kg semola di grano duro
· ½ litro di acqua
· sale q.b.
Per il sugo:
· carne tenera di pollo ruspante
 (1 pollo di 5/6 mesi)
· 1,5 kg di salsa di pomodoro
· olio extravergine di oliva
· cipolla
· 1 spicchio d'aglio
· 1 pomodoro secco
· formaggio pecorino sardo
per il condimento

PREPARAZIONE
In una spianatoia impastare la semola con acqua tiepida, uova e un pizzico di sale. Lavorate a lungo gli ingredienti, fino ad ottenere un composto morbido e compatto. Coprite la pasta con un telo e lasciatela riposare.
Stendetela realizzando dei fili di pasta, simili ad uno spaghetto che dovete avvolgere in doppio giro intorno alle dita ottenendo un intrecciato chiuso.
In un tegame scaldate olio extravergine di oliva e aggiungete il trito di cipolla.
Quando diventa dorata, unitevi la carne del pollo ruspante tagliata a pezzetti.
Fate rosolare tutti gli ingredienti e versate la salsa di pomodoro.
Regolate il sale, mescolate e lasciate cuocere a fuoco moderato per circa un'ora.
In una pentola con abbondante acqua salata fate quindi bollire le lorighittas.
Quando sono cotte al dente, scolatele e conditele con il sugo preparato e una spolverata di formaggio pecorino appena grattugiato.

Le lorighittas sono un tipo di pasta prodotta esclusivamente nel paese di Morgongiori, ottenuta con un impasto di semola di grano duro, sale e acqua. L'origine del termine risale a loriga, cioè anello, quindi lorighittas significherebbe piccolo anello o orecchino. 
La lavorazione delle lorighittas, chiamate un tempo macarronis fibaus, secondo la tradizione tramandata oralmente, sarebbe da far risalire ad alcuni secoli fa, quando in occasione della festa di Ognissanti, le donne li preparavano con procedimenti artigianali, utilizzando un impasto di semola di grano duro e acqua leggermente salata. 

L'impasto veniva lavorato a lungo dentro un recipiente di terracotta (scivedda), ricavando da esso dei fili di pasta a forma di cordoncino, da arrotolare attorno alle dita della mano, dando agli anelli ottenuti, intrecciati insieme, la forma di un orecchino. 

Connesso al culto dei defunti era il racconto che genitori e nonni tramandavano ai bambini su Maria Puntaoru (Maria Spiedo), una donna molto brutta e sempre affamata perché era morta di fame sognando un piatto di macarrois (spaghetti), per cui la sera del primo novembre bisognava lasciare un piatto di pasta a sua disposizione e i bambini non dovevano mangiarne, altrimenti Maria Puntaoru avrebbe bucato con il suo spiedo la loro pancia. 

Un'altra versione di questa tradizione, diffusa a Morgongiori, è che sempre la vigilia del primo novembre si usava preparare Sa xena de is animas o de is mortus, la cena delle anime o dei morti: si imbandiva la tavola in attesa che i defunti ritornassero nelle case a mangiare un piatto di pasta e un po' di vino con i loro cari.