Tra il 1550 e il 1555, venne redatto e successivamente pubblicato nel 1558, un documento destinato a lasciare un'impronta indelebile nella società: il "Galateo", o "Galatheus", un trattato sulle regole dei buoni costumi. A differenza dei colpi di stato, il Galateo non ha mai subito colpi, rimanendo intatto e rispettato nel corso dei secoli.
La storia ci porta indietro nel tempo, fino a Giovanni della Casa, un toscano di Borgo San Lorenzo, originario di Firenze. Egli, in collaborazione con Monsignor Giovanni Della Casa, compose questo documento in onore del Vescovo Galeazzo.
Il Galateo divenne rapidamente una guida indispensabile per il comportamento educato e civile.
Il trattato è noto a tutti per le sue regole di Bon Ton: dallo stare composti a tavola alla conversazione educata. Sono solo alcuni degli aspetti fondamentali che il Galateo disciplina, imponendo uno standard di buone maniere che ancora oggi ispira comportamenti in molteplici contesti sociali.
Tuttavia, il Galateo non è amato da tutti. Per molti, rappresenta una serie di regole rigide, spesso associate a luoghi di alta cucina dove un primo piatto può eccellere più nel prezzo che nella quantità. Eppure, il Galateo rimane un documento di riferimento, un trattato sulla buona educazione che ha attraversato i secoli, adattandosi ma mai cedendo ai cambiamenti del tempo.