Tra folklore e storia

S'Accabadora pianalzesa: Una maschera sarda che rievoca tradizioni e misteri

La figura simbolica dell'Accabadora nella cultura di Planargia

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A Sagama, la maschera di S'Accabadora Pianalzesa prende vita, portando con sé un ricco mosaico di tradizioni, misteri e simbologie. Nata nel 2019 da un gruppo di donne della Planargia, questa maschera non è attestata da fonti storiche ma nasce dalla volontà di rappresentare simbolicamente la figura dell'Accabadora, un personaggio avvolto nel mistero e oggetto di dibattiti tra realtà e leggenda. 

  L'Accabadora, secondo alcune interpretazioni, era una figura che in tempi remoti aveva il compito di porre fine all'agonia delle persone malate terminali, garantendo loro una morte rapida e indolore quando la guarigione era impossibile. La maschera di S'Accabadora Pianalzesa è caratterizzata da dettagli che ne esaltano la simbologia: indossa una maschera in cuoio che lascia scoperti solo gli occhi, con pieghe che ricordano un fazzoletto usato dalle accabadore per nascondere la propria identità. Il suo abbigliamento è interamente nero, a simboleggiare la discrezione con cui si muoveva nell'oscurità della notte. Porta “sa mantedda”, una mantellina di orbace con “su cuguddu”, un cappuccio per coprire il capo, e in mano “su mazzuccu”, un martello di olivastro utilizzato per garantire una morte senza sofferenza. Al fianco è legato “su jualeddu”, un piccolo giogo che simboleggia il tentativo finale di guarire il moribondo, oltre ad essere un richiamo alla vita e al lavoro nei campi. 

  Il rituale dell'Accabadora è ricco di simbolismi: il moribondo, rappresentato da un'altra figura con una maschera che simboleggia il dolore, porta sulle spalle un giogo vero, metafora del peso della sofferenza. Le accabadore si muovono attorno a lui, evocando gli ultimi giorni di vita, e quando il momento è giunto, viene liberato dal giogo e accompagnato nella sua ultima fase con una nenia, ricordando le ninne nanne dell'infanzia. Questo rituale non è solo una rievocazione di antiche tradizioni, ma è anche un momento di riflessione sulla vita, la morte e il significato della sofferenza umana. Le Accabadore, con il loro passo ritmico e i suoni dei jualeddi, ricordano le campane funebri, chiudendo il cerimoniale in un'atmosfera di rispettosa solennità. S'Accabadora Pianalzesa è dunque più di una semplice maschera: è un simbolo potente che connette il presente con un passato misterioso e affascinante, invitando a riflettere sulle profondità della cultura e della storia sarda.