Dai culurgiones agli hamburger d’autore: il boom dello street food ad Alghero

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Nell'ultimo periodo in ambito culinario lo street food è un trend decisamente in crescita. Trainato da programmi televisivi di successo come Street Food Battle condotto da Ludovica Frasca e Simone Rugiati e Unti e Bisunti, presentato dal discusso Chef Rubio al secolo Gabriele Rubini, il cibo da strada ha avuto ormai una definitiva consacrazione e la ricerca del chioschetto, del food truck o del localino che serva prelibatezze locali semplici ma dal gusto ricco è ormai un must per le forchette che amano appagare il palato con chicche gastronomiche mordi e fuggi. Il panorama italiano offre da secoli numerosi spunti sul tema, dalle piadine romagnole alla pizza bianca con “mortazza” romana passando per le arancine siciliane e i crocchè napoletani. Da par suo la Sardegna non è da meno e dai panini con il polpo tipici della cucina olbiese al casu arrostu nuorese, anche l'isola dei quattro mori può tranquillamente dire la sua. Naturalmente anche Alghero non sfigura nel panorama isolano e se un tempo, prima che il turismo di massa contribuisse a mutare i costumi locali, il pasto da asporto per eccellenza erano le uova da tasca o ous de butxaca, dolcetti aromatizzati all'anice facilmente trasportabili e di lunga conservazioni, oggi la proposta gastronomica si è potuta arricchire di piatti più raffinati che strizzano l'occhio alle cucine estere per accontentare anche i gourmet più esigenti.


Gli sfizi esotici hanno infatti sempre maggiore presa sul territorio, non solo con le classiche catene globali degli hamburger “spazzatura" ma anche locali etnici che propongono ricette da varie parti del mondo come il chili con carne, i nachos messicani, le patatine di halloumi e le alette di pollo alla cajun. Gli chef algheresi stanno cercando di adattarsi ai nuovi tempi pur non abbandonando le tradizioni locali proponendo concetti antichi ma sempre validi, rivisti in chiave moderna e sofisticata. Ad esempio sui bastioni antichi, nel centro storico della perla della riviera di corallo, c'è il Cafè Latino, location suggestiva e à la page che abbina a cocktail ricercati un menu di prelibatezze da sgranocchiare non solo all'aperitivo che vanno dal “tonanumacu” fritto (un classico della cucina povera algherese), ad altre tapas di mare come fritturine miste di gamberi e tentacoli di polpo e pumu di terra fritti a chilometro zero ricavate da tuberi coltivati nel parco di Porto Conte. Altro locale imperdibile per spuntini fuori dal normale è Tipico street food, friggitoria classica in via Sassari che tuttavia insieme alle arcinote fritture di pesce, autentico must della cucina algherese, propone panini intriganti con accostamenti insoliti come quello con il polpo fritto, la ricotta affumicata e la salsa agliata rossa e dolci classici come le seadas nobilitate da ricche colature di miele di asfodelo.

A sfidare i colossi del fast food c'è invece buns homemade burger su Largo San Francesco che come suggerito dall' intestazione del locale, offre panini “d'autore” fatti in casa a lievitazione naturale con companatici di prima qualità. Una proposta mari e monti che svaria dal Galante con trancio di tonno, stracciatella pugliese e maionese al wasabi, al Tracagnotto con sfilacci di spalla di maiale affumicato, insalata di cavolo cappuccino all'americana e salsa BBQ.
Una rosticceria che non ha tagliato i ponti con il passato è da Rosy e Tony in via Simon. Qui il tempo sembra essersi fermato ed è possibile assaggiare a costi contenuti cucina tradizionale algherese e sfizi culinari sardi come panini con classico porceddu, lumache al sugo, ma anche supplì, pizza al taglio, polli ruspanti arrosto e primi classici come lasagne e cannelloni. Prezzi non certo esorbitanti e vasto assortimento di portate caratterizzano invece Tria street food su via Misericordia. Qui insieme a taglieri di salumi e formaggi a chilometro zero si gustano ricche portate di pesce fresco, dai crudi alla paella all'algherese (pietanza che deve il suo tributo alla colonizzazione aragonese della città avvenuta nel tardo medioevo e che nella sua variante locale sostituisce la fregola sarda al classico riso), passando per gli immancabili culurgiones con ripieno di patate pecorino e menta e le intramontabili seadas ricoperte di miele.

 

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