Le scelte operate sull’Università Nuorese sono deludenti e non fanno presagire nulla di buono per il futuro della città.
Dopo anni di impasse, di rinvii, di non scelte, di inutili dibattiti e di fiumi di parole senza approdo, nei mesi scorsi finalmente si era centrato l’obiettivo e i due soggetti che governavano il sistema, Provincia e Comune di Nuoro, avevano costituito la fondazione dell’Università Nuorese, anche in ottemperanza a quanto deliberato dai Consigli Comunale e Provinciale, legittimamente in carica, che avevano deciso pure lo scioglimento del Consorzio, commissariato da troppo tempo, contestualmente alla costituzione della Fondazione stessa.
E pareva che finalmente fosse stata imboccata la strada giusta anche con la scelta del Presidente nella persona di Mario Demuru Zidda, che, per i suoi trascorsi sia politici che personali, rappresentava probabilmente la figura nuorese più idonea a guidare il rilancio della tanto discussa Università, per la sua competenza e la sua conoscenza delle problematiche inerenti.
Ora si apprende che l’assemblea ha mortificato le delibere consiliari citate e ha rivitalizzato il Consorzio, provvedendo alla nomina di un nuovo commissario. Beninteso, non c’è nulla di personale nei confronti del “nominato”, un giovane ricercatore che presta la sua attività presso l’Università Nuorese, pur se pagato dall’Università di Cagliari, al quale anzi auguro buon lavoro senza polemica alcuna.
Ma non si può fare a meno di nutrire qualche perplessità sul metodo che è stato seguito per la nomina, che davvero stride con i buoni propositi sbandierati da tanti e che, come al solito, si sono rivelati per quel che realmente erano: solo promesse elettorali.
Non può tacersi che la persona nominata quale Commissario liquidatore di un Consorzio ormai cessato, aveva attivamente partecipato alla Campagna elettorale del neo sindaco, il quale sbandierava volontà rinnovatrice, contestando i metodi della politica da lui definita vecchia, fondata sulla nomina di amici e parenti fidati, per far posto finalmente alla competenza, alla professionalità e al merito.
Del neocommissario del Consorzio cessato, sulla cui persona - voglio ribadirlo - non ho assolutamente da dire alcunchè, all’indomani della clamorosa elezione del sindaco sedicente rappresentante dei nuovi metodi, si era via via detto che sarebbe stato nominato assessore, poi che avrebbe fatto parte dell’Ufficio di staff del primo cittadino. Non essendo stato possibile assegnargli alcuno degli incarichi in questione, vuoi per equilibri politici da mantenere, vuoi - si dice - per carenza di risorse economiche capaci di assicurargli un congruo corrispettivo, si è optato per la nomina a Commissario liquidatore del cessato Consorzio. Bello sarebbe sapere quali competenze ed esperienze abbia maturato per lo svolgimento dell’incarico assegnatogli, oltre ad avere il grande merito – quello è sicuro – di essere un amico del Sindaco il quale, evidentemente, si è tolto la maschera sbandierata in campagna elettorale e si è adeguato di buon grado ai metodi che tanto aveva criticato e vituperato.
Ed altrettanto stupefacente è l’atteggiamento assunto dal Presidente della Regione che aveva sempre ribadito, in molteplici occasioni anche molto recenti, che la rivitalizzazione dell’Università Nuorese non avrebbe potuto non passare attraverso l’individuazione di profili alti, che assicurassero contenuti e professionalità.
Nonostante ciò, voglio credere mal consigliato, ha avvallato la nomina, forse per dare sfogo all’arroganza e alla protervia del neo sindaco il quale, senza neppure confrontarsi per individuare una persona dall’alto profilo e idonea all’incarico, ha voluto imporre il suo protetto, col colpevole silenzio di chi ben avrebbe potuto opporsi ad un tale metodo.
Resta il dubbio sulla legittimità di una simile operazione posto che, di fatto, il rivitalizzato Commissario si trova ad operare in parallelo con il Presidente della Fondazione il quale, pur in attesa del riconoscimento della personalità giuridica da parte della Regione Sardegna, è il rappresentante dell’Università stessa, con tutti gli oneri e le responsabilità conseguenti alla carica.
Ma questo non è affar mio. . . Affar mio è invece la constatazione che, al di là delle belle parole, ancora una volta non si è agito per il bene della nostra città e del nostro territorio e vengono quindi alla mente le parole di Tancredi del Gattopardo: “ Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”. Non rimarremo silenti di fronte a queste scelte, come sono certo faranno tutti coloro che amano Nuoro e non intendono darsi per vinti.
Giuseppe Luigi Cucca – nuorese, Senatore del PD
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