Sanità sarda alla deriva: la gestione Bartolazzi tra illusioni e immobilismo

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  Ormai è ufficiale, il nostro Servizio Sanitario Regionale non è in grado di garantire più la salute dei Sardi. L'assessore Bartolazzi ci aveva illuso presentandosi come un campione nel risolvere problemi, e dopo l'esperienza Nieddu e Doria, ci eravamo convinti che potesse essere vero. Con amarezza siamo stati svegliati da un sogno e siamo precipitati nell'incubo. A distanza di nove mesi dal suo insediamento, il Gigi Riva della sanità non solo non ha segnato un goal ma non ha fatto neppure un cross, e in questi nove mesi non è emersa neppure una pallida idea di cosa e come intenda fare il prof. Romano per rimettere a posto le cose. A giudizio dei socialisti non è sufficiente proclamare di aver partorito 115 delibere se queste sono scollate da un progetto organico finalizzato alla soluzione di uno, anche uno solo dei problemi. Infatti le delibere sono l'attuazione del progetto e non atti amministrativi separati da ogni costrutto. La presidente Todde si giustifica dicendo: “stiamo lavorando ininterrottamente tutto il giorno, ogni giorno”. 

  I socialisti rilevano che questo non è sufficiente a giustificare il mancato raggiungimento degli obbiettivi. E' come quel soldato che per 24 ore al giorno marciava fermo sulla stessa mattonella, faticava tutto il giorno ma stava immobile nello stesso punto, non andava avanti di un centimetro. Da un oncologo blasonato come lui ci saremo aspettati un'attenzione per esempio, verso le grandi insufficienze della sanità sarda nel suo complesso (riordino nel sistema, eliminazione delle liste d’attesa, l’implementazione della medicina territoriale e della prevenzione, per non parlare poi del potenziamento della medicina di base e di una urgente revisione del sistema farmaceutico e via discorrendo). Il blasone della sua carriera sanitaria non è evidentemente sufficiente quando si ha a che fare con la difesa del diritto alla salute di un’intera regione e con la gestione delle strutture che devono garantire una sanità efficace, che ponga al centro il paziente e la qualità dei servizi che gli spettano. Forse vivete in un mondo diverso e non sentite più il grido di dolore dei territori da cui la sanità è scomparsa! Ci saremo aspettati una riflessione, almeno una, sulla inutilità ormai acclarata di un sistema sanitario di fatto superato. E' evidente che su tutti questi temi, e gli altri, la parte politica che rappresento, ha le idee ben chiare su come fare e perché farlo. 

  La presidente Todde dovrebbe aprirsi al confronto con i partiti che hanno sostenuto la sua elezione così come da impegni assunti prima della tornata elettorale, e non ignorare dolosamente i partiti politici, anche perché i consiglieri regionali sono a loro volta derivati dai partitistessi. Persistere con la fiducia al prof. romano per la tutela della salute dei Sardi, significa che ogni giorno che passa la presidente scrive un nuovo rigo per la prossima sconfitta del centro sinistra e per riconsegnare la nostra Regione alla destra e agli eredi di Nieddu e Doria. Noi socialisti ci prendiamo la libertà di fare queste considerazioni perché siamo fermamente convinti della nostra posizione politica nel centro sinistra; pronti se richiestoci, a dare un contributo di qualità per superare lo spropositato aumento delle insufficienze e nella incapacità di portarle a soluzione, che si vede nell’attuale gestione del sistema sanitario regionale.