L’ex sindaco di Alghero, Mario Conoci, torna a parlare e lo fa diffondendo una lettera che non lascia dubbi sulla delicatezza del momento. «Sono sempre più frequenti gli interventi pubblici, preoccupati, di forze politiche e liberi cittadini sul futuro della SECAL, la società di riscossione del Comune di Alghero, pensata e voluta per umanizzare ed equilibrare il rapporto fra cittadini-contribuenti e amministrazione», afferma, ricordando i risultati ottenuti durante il suo mandato: «Durante il mio mandato, il rilancio della SECAL è stato un obiettivo centrale, perseguito con determinazione per garantire la stabilità della società e la qualità del servizio reso alla comunità».
Non tace sulle difficoltà incontrate, anzi le sottolinea con chiarezza: «Quando ci siamo insediati, la società era vicina al tracollo. Con un lavoro lungo e faticoso, abbiamo riportato SECAL alla solidità finanziaria, risanato i bilanci e avviato un processo di rafforzamento amministrativo». Conoci ricorda il valore dell’indimenticabile direttore Francesco Masala: «Fa ancora male pensare che un professionista, un uomo, così incredibile non sia più con noi. Lo sostenemmo senza esitazioni proprio per le sue straordinarie e rare doti di professionalità, dedizione, gentilezza e umanità».
Nella ricostruzione dell’ex primo cittadino non mancano i retroscena amari: «Ho scritto “non senza difficoltà” perché oggi appare evidente come ci fossero resistenze, spesso ben celate, perché questo avvenisse. Mentre la mia amministrazione esprimeva formalmente e in molteplici atti la volontà di rilanciare la partecipata, c’era chi coltivava segretamente l’idea di cancellarla». Conoci punta il dito su una proposta di delibera, giunta nel marzo 2024, che mirava allo scioglimento di SECAL: «Proprio da quegli uffici giunse una proposta di delibera… mai concordata con me o con altri rappresentanti politici, non fu ovviamente presa in considerazione».
Ora che la proposta sembra essere tornata sul tavolo, e che il dirigente responsabile «è stato ricollocato nelle sue precedenti funzioni», Conoci attacca: «Alla luce di ciò che avviene oggi fu davvero, invece, un sorprendente tentativo da parte di un dirigente di sostituirsi ai rappresentanti dei cittadini democraticamente eletti».
Non si tratta solo di una questione di principio, ma anche di numeri: «Dalla fine della mia amministrazione il settore finanziario, mi dicono, manchi di corrispondere a Secal il corrispettivo previsto da contratto… Quasi 300mila euro di debito del comune verso la Secal». Uno scenario che mette a rischio non soltanto il servizio, ma anche chi vi lavora: «Appaiono quindi fondate le preoccupazioni che da più parti si sollevano circa il futuro della SECAL».
Conoci scarta l’ipotesi di un ritorno della riscossione all’interno degli uffici comunali: «Riportare all’interno della struttura comunale le attività di SECAL è, di fatto, irrealizzabile». Aggiunge poi un avvertimento: «Non portino la Secal alla chiusura sperando di dipingere poi, dopo esser rimasti inermi, uno scenario inevitabile, causato da eventi imprevisti e imprevedibili. Nulla c’è, in questa vicenda, di imprevisto e imprevedibile». Con parole asciutte e dirette, l’ex sindaco esige chiarezza: «Il Sindaco, l’Assessore delegato e anche l’intera maggioranza… chiariscano pubblicamente quale sia la loro volontà. Se sia loro intenzione sopprimere la SECAL, mandare a casa tutti i dipendenti, vanificare un lavoro di anni. Dicano pubblicamente qual è la loro posizione politica».
L’accusa è netta: dietro i problemi della SECAL, secondo Conoci, si cela «una chiara volontà burocratica, incarnata dal dirigente del settore finanziario, di sopprimere SECAL». Un attacco frontale all’apparato amministrativo, un invito pressante alla trasparenza e alla responsabilità politica. Con l’appello finale, «Si faccia chiarezza subito e pubblicamente, nel rispetto dei lavoratori, della società, e degli amministratori eletti, che hanno il compito di scegliere, non di subire supinamente scelte assunte in modo opaco da qualcun altro», Conoci chiude il cerchio. La palla passa ora alle forze in campo.