Babbo Natale è arrivato in consiglio regionale: l'eterno ritorno delle mance elettorali

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  Dovevano cambiare tutto, si diceva. Una politica nuova, fatta di trasparenza, meritocrazia e attenzione ai bisogni reali della Sardegna. E invece, l'andazzo è rimasto lo stesso, anzi, forse peggio. Dopo anni di gestione sardista-salviniana, culminati nel fallimento politico e nelle inchieste giudiziarie, molti di noi speravano in un cambio d’aria. 

  Ma oggi, leggendo il bilancio approvato dal Consiglio Regionale, c'è poco da gioire: è lo stesso copione trito e ritrito. Il reportage di Mauro Lissia su Il Fatto Quotidiano illumina, ancora una volta, le dinamiche di un sistema politico che si autoalimenta con un meccanismo rodato di spartizioni e regalie. Si parla di 22,5 milioni di euro stanziati sotto forma di contributi “segnalati” dai consiglieri regionali: soldi pubblici distribuiti con modalità che di trasparente hanno ben poco. Un sistema che premia “gli amici e gli amici degli amici”, lasciando ai margini il merito e le vere necessità della comunità. Tra le “perle” di questa variazione di bilancio, spiccano i 250 mila euro destinati a un'associazione di Desulo per la ricerca e valorizzazione della frutta secca a guscio. Poi ci sono 30 mila euro per Giulia Giornaliste, impegnata nella diffusione del linguaggio di parità di genere, e altrettanti per la Fondazione Giulini, legata al presidente del Cagliari Calcio. Piccole somme, certo, ma che mostrano come i fondi vengano dilapidati in una miriade di micro-contributi che lasciano il sapore amaro di un clientelismo mai scomparso.

  La cosa più grottesca? Non c'è un bando pubblico, non ci sono criteri oggettivi. Bastano le indicazioni di un consigliere, senza alcun controllo sugli esiti o sull'effettivo utilizzo dei fondi. Tutto questo è stato possibile grazie a un emendamento firmato da una trasversale schiera di consiglieri: da Sebastiano Cocco (Uniti per Alessandra Todde) a Michele Ciusa (M5S), passando per Francesco Agus (Progressisti), Roberto Deriu (PD) e altri. La divisione dei contributi segue il manuale Cencelli: il 60% va alla maggioranza, il 40% alla minoranza. Per essere tutti d’accordo.

  Che dire? La Sardegna continua a pagare il prezzo di una politica miope, autoreferenziale e incapace di cambiare davvero. Non c’è traccia di programmazione o visione strategica: solo una lista di mance natalizie che svuotano le casse pubbliche senza restituire nulla di concreto ai cittadini. E mentre i fondi pubblici vanno in fumo, i sardi attendono ancora risposte su lavoro, sanità e infrastrutture. Non resta che ammetterlo: l'aria nuova tanto attesa non è arrivata. Solo lo stesso vecchio Babbo Natale, che distribuisce pacchi ben confezionati. Peccato che dentro ci siano solo illusioni.