Alghero – Che cosa sta succedendo dietro le quinte del Capodanno catalano? Da un lato Christian Mulas, consigliere comunale, presidente della Commissione Ambiente e uomo simbolo della critica tagliente, denuncia ingiustizie, punteggi, discriminazioni e un malcelato disinteresse regionale nei confronti della città catalana. Dall’altro, il movimento civico Orizzonte Comune – proprio lo stesso con il quale Mulas è stato eletto – ostenta numeri, elargizioni e percentuali che sulla carta dovrebbero far ricredere anche il più coriaceo detrattore.
La storia di Alghero e del suo Capodanno è nota a tutti: un marchio collaudato, piazze stracolme, l’attenzione nazionale dei media, un flusso turistico che nessun’altra località isolana riesce a eguagliare nel periodo di fine anno. Eppure, Mulas insorge: la graduatoria dei contributi regionali per gli eventi 2024, appena sfornata dall’Assessorato al Turismo, tratterebbe Alghero come la solita “Cenerentola” dei finanziamenti. La città, punta di diamante per attrattività e infrastrutture (si ricordi l’aeroporto internazionale e il porto turistico), viene messa in un angolo, mentre altrove – Castelsardo, per citare un esempio caro a Mulas e all'assessore al Turismo, questa la chiara allusione dell'algherese – piovono contributi senza avere il medesimo blasone.
Ma mentre la narrativa di Mulas insiste sullo sgarbo, Orizzonte Comune – con il suo assessore regionale al Turismo, Franco Cuccureddu, nonché il sostegno del Sindaco Cacciotto e dell’Assessore al Turismo Ornella Piras – estrae dal cilindro i dati dell’anno scorso e di quello attuale. Laddove nel 2023 Alghero aveva ricevuto 200.000 euro (pur potendo vantare la presenza di un big come Ligabue), oggi ne ottiene circa 390.000 grazie ai Negramaro. Un incremento superiore al 95%.
Insomma, da matrigna la Regione sarebbe diventata madrina, altro che Cenerentola maltrattata. Ed ecco servita la stoccata di Orizzonte Comune: l’entità dei contributi è direttamente proporzionale al progetto presentato. Dunque, più ambizioso il progetto, maggiore il finanziamento. È tutto qui il segreto?
Il problema non è tanto la differenza fra 200.000 e 390.000 euro, ma il riconoscimento politico e simbolico, quel riflettore puntato su Alghero che Mulas pretende venga acceso fin dal primo gennaio del nuovo corso amministrativo. Agli occhi del Presidente della Commissione Ambiente, se Alghero è la regina del Capodanno sardo, perché mai non viene trattata come tale in ogni piega delle graduatorie? Perché dare spazio, citazioni o addirittura “regalie” a località turisticamente meno muscolari? Qui non si parla solo di numeri, ma di prestigio e visibilità istituzionale.
Per Mulas, l’inizio dei rapporti con la Regione non è incoraggiante, indipendentemente dalle cifre.
Mulas chiama in causa la Presidente Todde, il Sindaco Cacciotto e – senza mezzi termini – l’Assessore regionale al Turismo, proprio quel Franco Cuccureddu che guida Orizzonte Comune. È un invito a mettere fine all’ambiguità, un richiamo a riconoscere il ruolo di Alghero non con qualche spicciolo in più, ma con la dignità politica che una città internazionale e dinamica merita.
E Orizzonte Comune che fa? Sbandiera la determina regionale, ricorda il balzo in avanti nei contributi, rivendica l’impegno del Sindaco e della Fondazione Alghero, e ribalta la prospettiva: la Regione non ha “punito” Alghero, tutt’altro, ne ha anzi premiato il coraggio progettuale.
La verità, come sempre, sta nel mezzo o forse non appartiene a nessuno dei due contendenti. Da una parte c’è l’indignazione di Mulas, che pretende un riconoscimento tangibile e una parità di trattamento limpida e inattaccabile. Dall’altra Orizzonte Comune rivendica risultati, risorse cresciute e un dialogo proficuo con la Regione.
Ma la domanda resta: può una città come Alghero, storica locomotiva dell’evento di Capodanno in Sardegna, accontentarsi solo dei numeri, senza pretendere il rispetto formale e sostanziale del suo ruolo guida?
Mentre si consuma l’ennesimo scontro politico, la speranza è che a Capodanno la musica e i fuochi d’artificio sovrastino le polemiche. Ma le polemiche, si sa, rimarranno ad ardere sotto la cenere, pronte a riaccendersi al primo cambio di vento. E chissà se, sotto le luci della festa, vedremo comparire una Cenerentola divenuta finalmente Regina, o se invece continueremo a raccontarci la solita vecchia fiaba mal digerita.