La seduta del Consiglio regionale sul disegno di legge per le aree idonee a ospitare impianti energetici si è trasformata in un altro capitolo di attese e confronti, con uno slittamento a domani mattina per consentire ulteriori trattative tra maggioranza e minoranza. Un rinvio che riflette il clima di stallo su un tema fondamentale per il futuro energetico della Sardegna, aggravato dall’imminente scadenza della sentenza della Corte costituzionale prevista per l’11 dicembre sulla cosiddetta "legge 5".
Il nodo principale è trovare un accordo per approvare una norma che recepisca il decreto nazionale sulle aree idonee, garantendo al tempo stesso una tutela efficace contro possibili speculazioni sul territorio. "C'è un interesse comune di maggioranza e opposizione per fare la legge migliore per i sardi," ha dichiarato il presidente del Consiglio regionale Piero Comandini, pur riconoscendo le difficoltà nel raggiungere un’intesa rapida.
La minoranza, pur dichiarando apertura al dialogo, avanza richieste specifiche. Tra le priorità, l’istituzione di una commissione consiliare speciale sull’energia, presieduta da un rappresentante dell’opposizione, e l’approvazione di una legge sulle comunità energetiche presentata dai centristi. Francesco Agus, dei Progressisti, sottolinea l’urgenza: "C’è uno spazio di dialogo ampio con la società sarda, ma siamo arrivati al punto in cui occorre fare sintesi e approvare una legge. I tempi non li decidiamo solo noi."
Non mancano però le tensioni interne alla minoranza.
Forza Italia, con il capogruppo Angelo Cocciu, spinge affinché venga discussa la proposta di legge di iniziativa popolare Pratobello 24, sottoscritta da migliaia di cittadini. "È una questione che la maggioranza continua a sottovalutare," ha affermato Cocciu, chiedendo che la proposta venga portata urgentemente in commissione.
Questa insistenza non è condivisa da tutti gli schieramenti. Per Antonello Peru di Sardegna al Centro, "la minoranza è coesa su molti punti, ma ci sono posizioni divergenti su percorsi specifici." Nonostante ciò, l’obiettivo comune rimane quello di approvare una legge che tuteli la Sardegna senza lasciare spazio a interpretazioni ambigue.
A complicare ulteriormente il quadro, c’è l’attesa per la sentenza della Corte costituzionale sulla "legge 5", che negli ultimi mesi ha funzionato da argine per bloccare alcune azioni speculative. Ma se la norma dovesse essere dichiarata incostituzionale, il rischio di lasciare il territorio sardo esposto a interventi non regolamentati diventa concreto.
Per Agus, la priorità deve essere il DL45, in quanto "la legge madre per bloccare ogni tentativo di speculazione, così come previsto dalla legislazione nazionale." Tuttavia, il timore di una Sardegna priva di strumenti di tutela alimenta le pressioni su tutti i fronti.
Il rinvio a domani mattina lascia intravedere un margine per ulteriori negoziati, ma la strada verso un accordo appare ancora in salita. Le diplomazie tra maggioranza e opposizione sono al lavoro, ma le divisioni interne agli stessi schieramenti rischiano di rallentare ulteriormente il processo.
Nel frattempo, il movimento Pratobello 24 continua a far sentire la propria voce, rappresentando una parte significativa della società sarda che chiede con forza una politica energetica chiara, trasparente e rispettosa del territorio. La posta in gioco è alta: non solo la gestione della transizione energetica, ma anche la salvaguardia di un patrimonio naturale e identitario che non può essere sacrificato sull’altare della speculazione.
I prossimi giorni saranno decisivi per capire se il Consiglio regionale sarà in grado di superare lo stallo e approvare una legge che, pur tra mille difficoltà, sappia offrire una prospettiva solida per il futuro della Sardegna. Per ora, le parole continuano a prevalere sui fatti, alimentando un clima di incertezza e tensione che sta snervando cittadini e amministratori.