Laguna del Calich: individuata la causa della moria di pesci, escluse le ipotesi di inquinamento

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  Dopo settimane di attesa, arrivano i risultati delle analisi condotte sulle acque della Laguna del Calich per comprendere la moria di pesci che aveva allarmato la comunità. Il presidente della Commissione Consiliare all’Ambiente, Christian Mulas, ha commentato con soddisfazione: “La tempestività con cui il Servizio Veterinario della ASL di Sassari ha gestito questa emergenza è stata fondamentale. Grazie al loro intervento e alla collaborazione con gli istituti zooprofilattici di Cagliari e delle Venezie, abbiamo fatto chiarezza su una vicenda delicata”. 

  Le analisi hanno identificato il responsabile: il batterio Photobacterium damselae subspecie piscicida, una malattia batterica che prolifera nei mesi estivi, quando la temperatura dell’acqua supera i 20°C e la salinità si attesta tra il 20% e il 30%. Il batterio ha colpito in particolare cefali, orate e spigole, causando una vera e propria epidemia tra le specie ittiche. Importante sottolineare che non si tratta di un problema di inquinamento. 

  “Le analisi confermano che non ci sono rischi per la salute pubblica, poiché questa malattia non è trasmissibile all’uomo”, ha precisato Mulas, rassicurando i cittadini. Ma se il batterio è il colpevole, il problema non si esaurisce qui. La moria solleva interrogativi più ampi sulla gestione dell’ecosistema della Laguna. “Adesso dobbiamo lavorare per prevenire il ripetersi di situazioni simili. Serve un piano di monitoraggio costante e interventi mirati per preservare la salute delle acque e della fauna ittica”, ha aggiunto il presidente, indicando che l’impegno non può limitarsi a risposte di emergenza. 

  La Laguna del Calich necessita di una strategia che tenga conto dei cambiamenti climatici e della vulnerabilità degli ecosistemi. Temperature elevate e salinità crescente sono fattori che potrebbero favorire nuovi episodi. “Non basta identificare la causa del problema, occorre agire con una visione di lungo periodo”, ha concluso Mulas, invitando le istituzioni a rafforzare la cooperazione per la tutela di questo importante habitat naturale. Ora la palla passa all’amministrazione comunale, chiamata a garantire interventi strutturali e un’attenta gestione per evitare che un patrimonio come il Calich possa pagare ancora il prezzo dell’incuria o della mancanza di pianificazione.