Palamanchia: due visioni, un solo impianto. Tra ritardi e celebrazioni, la politica si scontra

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  Ad Alghero, il Palamanchia continua ad essere terreno di scontro politico che racconta non solo le vicende di un impianto sportivo, ma anche due modi di intendere l’amministrazione e il rapporto con i cittadini. Da una parte, l’assessore al bilancio con delega all’impiantistica sportiva, Enrico Daga, dipinge l’arrivo del parquet come un traguardo, un segnale di progresso per un’opera pubblica attesa da anni. 

  Dall’altra, il consigliere di opposizione Marco Tedde mette sotto accusa ritardi, promesse non mantenute e quello che definisce un clima di celebrazioni fuori luogo. Secondo Daga, l’intervento sul Palamanchia rappresenta una svolta necessaria per dotare la città di un impianto moderno e sicuro. “Ora c’è la luce, anche se con qualche giorno di ritardo”, afferma l’assessore, elencando gli interventi effettuati: dal rifacimento del parquet, ormai inadeguato, al ripristino dei lucernari, dall’ampliamento del campo alla sostituzione delle porte d’ingresso. Non mancano le stoccate a chi critica: “Restiamo in attesa delle prefiche con la bava alla bocca. Tentano di fermare il vento con le mani.” 

  Sul fronte opposto, Marco Tedde non risparmia sarcasmo e critiche. “Ad agosto, alle società sportive era stato garantito che i lavori sarebbero terminati a ottobre. Ora siamo alla fine di novembre e la Giunta celebra l’arrivo del parquet come un grande evento. Un minimo di sobrietà, per favore!”, dichiara l’esponente di Forza Italia. Per Tedde, i ritardi e la gestione della comunicazione riflettono un’inefficienza che pesa sulle società sportive e sull’intera comunità algherese. In mezzo, il Palamanchia resta un simbolo controverso. Da un lato, un’amministrazione che rivendica i propri risultati, nonostante le difficoltà. Dall’altro, un’opposizione che sottolinea i ritardi come segno di una politica che promette più di quanto realizzi. Al di là delle parole, sarà il completamento dei lavori e la fruibilità dell’impianto a fare davvero la differenza. Fino ad allora, il Palamanchia continuerà a essere, oltre che un cantiere, anche il campo di battaglia di una politica che, in questa vicenda, mostra tutte le sue divisioni ben poco sportive.

 

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