Il fritto misto dell’ente Parco di Porto Conte - L'opinione di Maria Antonietta Alivesi

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  La gestione dei fondi destinati a sostenere i pescatori coinvolti nel fermo biologico nel golfo di Porto Conte tra il 2022 e il 2023 svela tutta la disinvoltura e la superficialità dell’ente Parco di Porto Conte nell’utilizzo dei finanziamenti regionali. L’articolo 1, comma 14 della legge regionale 12 dicembre 2022, n. 22, autorizzava una spesa di 200.000 euro per mitigare gli effetti economici e sociali del fermo pesca sui pescatori dell’Area marina protetta di Capo Caccia - Isola Piana. Tuttavia, la realtà dei numeri racconta un’altra storia. Dai documenti di spesa visionati, emerge un quadro eloquente: dei 196.280 euro utilizzati, solo 115.720 euro sono stati effettivamente destinati ai pescatori per attività di monitoraggio, come previsto dalla legge.

  Il resto? Ben 80.560 euro sono stati impiegati per altre voci di spesa. Tra queste, 30.000 euro sono andati al personale dell’ente Parco per svolgere compiti amministrativi, 13.320 euro per l’acquisto di pesce dai pescatori e 32.715 euro per sostenere manifestazioni organizzate da varie associazioni. Come sottolinea Maria Antonietta Alivesi, “il primo dato eclatante emerso, rappresentativo della disinvoltura, faciloneria e superficialità degli stessi amministratori e del direttore del Parco, è stato questo: dei 196.280 euro utilizzati a favore dei pescatori per il monitoraggio del fermo biologico, solo 115.720 euro (il 59%) sono stati assegnati ai professionisti per lo scopo previsto dalla legge”.

  Tra i contributi concessi, spiccano “25.000 euro destinati all'Associazione di promozione sociale C.C.N. Fertilia città di fondazione per la Festa del Turista del 5 e 6 agosto 2023”, prosegue Alivesi. Poi, “11.015 euro per un evento a Casa Gioiosa dell’Associazione Culturale T.E.S.A. Sardegna dedicato alla filiera ittica e alla pesca sostenibile”. Infine, altri “3.000 euro alla Associazione Socio Culturale Sportiva Guardia Grande per una sagra a maggio 2024 e 3.610 euro per il Birralguer di Alghero”. Dulcis in fundo, la Cooperativa ExplorAlghero si è vista assegnare ben 7.930 euro per il servizio di promozione delle attività dell'area marina protetta. La domanda sorge spontanea: quanto di questo “fritto misto” è davvero servito ai pescatori per superare le difficoltà legate al fermo biologico? Gli eventi finanziati dall’ente Parco, pur di interesse pubblico, non sembrano rispettare i vincoli imposti dalla legge regionale. Il paradosso è poi evidente quando si scopre che “il pesce acquistato dai pescatori interessati dal fermo è stato usato nelle manifestazioni: il fritto misto di oltre 700 chili è stato offerto gratuitamente o venduto agli avventori?”, si chiede Alivesi.

  “E se hanno pagato, il Parco può giustificare queste entrate?” Resta, inoltre, da capire l’utilizzo di personale interinale per gestire i fondi regionali. Non bastava il personale di ruolo? L’autofinanziamento di 20.000 euro per coprire le spese del personale dell’ente, a discapito del sostegno ai pescatori, lascia spazio a non poche perplessità. Questa legge regionale “omnibus” ha trovato il suo degno riflesso in un programma di spesa altrettanto variegato da parte dell’ente Parco, che ha finito per finanziare manifestazioni e, in parte, sé stesso.