Il recente passaggio dei consiglieri Gianni Chessa, Piero Maieli e Alfonso Marras da Psd’Az a Forza Italia rappresenta un vero terremoto politico in Sardegna, sancendo la fine della rappresentanza sardista nel Consiglio regionale. La conferenza stampa tenutasi a Roma, alla presenza dei vertici di Forza Italia, ha ufficializzato l’entrata dei tre consiglieri nella squadra Azzurra, con Antonio Tajani a fare da padrone di casa. Questo passaggio porta Forza Italia a sei consiglieri, rendendolo il secondo partito più rappresentato in Consiglio regionale, dietro Fratelli d'Italia.
Già da mesi le tensioni tra Chessa e il segretario del Psd'Az Christian Solinas erano evidenti.
Dopo il congresso del Psd'Az, che ha visto la conferma della leadership di Solinas, Chessa e Maieli si erano autosospesi dal partito, lamentando una gestione "feudale". L'ex assessore al Turismo, Gianni Chessa, durante la conferenza stampa ha dichiarato: "Forse non ce ne siamo resi conto, ma in Forza Italia in qualche modo ci siamo sempre stati: questa è la casa dei moderati". Lo stesso Chessa ha sottolineato come la decisione di entrare in Forza Italia sia stata "molto meditata", e legata al desiderio di portare avanti le battaglie per l’autonomia e l’indipendenza della Sardegna, ma all'interno di una cornice nazionale ed europea che Forza Italia rappresenta pienamente.
Anche Piero Maieli, pur assente per motivi logistici, ha fatto sapere di vedere in Forza Italia un partito con una chiara visione di sviluppo che ben si adatta alle necessità della Sardegna. Alfonso Marras, sindaco di Bosa, ha aggiunto: "L’Italia è storicamente moderata e ha bisogno di un partito moderato, garantista e che ha il suo punto di riferimento in Europa nel Ppe". Il coordinatore nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani, ha salutato con entusiasmo l'ingresso dei tre consiglieri, sottolineando l'importanza di raggiungere il 20% dei consensi alle prossime elezioni politiche e rafforzare il ruolo del partito come centro nevralgico della coalizione di centrodestra.
Non si è fatta attendere la reazione di Christian Solinas, che ha definito il passaggio come un "tradimento del voto popolare".
Solinas non ha risparmiato parole dure, parlando di "trasformismo più becero", accusando i consiglieri di aver cambiato casacca per opportunismo personale e di aver abbandonato il Psd'Az per "utilitarismo" e "ambizione personale talmente ipertrofica da non vedere più l'orizzonte". Il segretario sardista ha però ribadito che il Psd'Az è "più vivo e vivace che mai" e che la sua missione di difendere la Sardegna e i diritti dei sardi continuerà, anche senza quelli che ha definito "ospiti occasionali".
La frattura tra Chessa e Solinas non è solo un fatto politico, ma rappresenta una rottura tra due visioni diverse di sardismo: da un lato, una corrente più apertamente dialogante con il centrodestra nazionale, dall'altro, una visione più autonomista e legata alla difesa delle radici identitarie della Sardegna.