Rieccoci, signori, al solito carosello della politica isolana, dove il Psd'Az si fa ancora una volta protagonista di un melodramma politico degno di una telenovela. Dopo una debacle elettorale che avrebbe scoraggiato anche il più ottimista dei partiti, il Psd'Az sembra ritrovare il suo vecchio amore: il centrodestra. Oh, l'eterno ritorno dell'uguale!
Il partito, che nel 2019 aveva celebrato la vittoria del suo candidato a Sindaco di Alghero, Mario Conoci, oggi flerta di nuovo con le vecchie fiamme dopo un congresso ad Arborea che più che politico sembrava una lotta fratricida. La danza amorosa è finita, e il Psd'Az sembra pronto a rientrare nel caloroso, seppur soffocante, abbraccio del centrodestra e di Marco Tedde.
A dieci giorni dalla scadenza per la presentazione delle liste elettorali, la situazione ad Alghero diventa chiara come il fango. Marco Tedde si appresta a scendere in campo con una coalizione che sa di rimpatriata: Forza Italia, Fratelli d'Italia, Lega, e una pletora di altre sigle che farebbero invidia a un congresso di calligrafia. Ora dovrebbe unirsi anche il Psd'Az. Il partito, che aveva qualche tempo fa gridato al tradimento quando le candidature vennero decise nei salotti buoni di Cagliari e Sassari, ora, come un ex innamorato che non sa stare solo, sembra aver accettato la linea dettata da Christian Solinas, il segretario nazionale.
Una scelta che, ovviamente, indebolisce il polo centrista di Alghero che, nella sua crisi di identità, non esclude di gettarsi tra le braccia del Campo largo pur di contrastare il ritorno di Tedde.
Ma mentre i centristi si barcamenano tra proposte di candidature come Francesco Marinaro dei Riformatori o Francesco Sasso, ammiccando al Psd'Az, il Campo largo sembra avere le idee chiare: Raimondo Cacciotto di Avs è il loro uomo. Un candidato tanto amato dal proprio schieramento quanto malvisto dai centristi, che non vedono di buon occhio un'alleanza che strizza l'occhio a sinistra.
E così, in questo estenuante tira e molla, Cacciotto decide di calzare i panni del leader e si lancia a capo di un campo largo che sembra più un guazzabuglio di idee che un vero fronte politico. Tra i Progressisti e il M5S, c'è chi storce il naso e chi, invece, si chiede se questa non sia la volta buona per cambiare davvero le cose.
Ma una cosa è certa: in questo gioco delle parti, il Psd'Az dimostra ancora una volta di essere quel partito che, nonostante le cadute, non smette mai di rialzarsi. E se ciò significherà danzare ancora una volta con il diavolo, be', che sia al ritmo di un ballo sardo. Che spettacolo, signori, che spettacolo.