Il Centro Studi Agricoli rompe il silenzio. Con una lunga e articolata diretta trasmessa alla vigilia di Pasqua, il presidente Tore Piana ha offerto un quadro impietoso e dettagliato della situazione che affligge il comparto agricolo e zootecnico sardo. Un intervento fiume, che si trasforma in atto d'accusa contro ritardi, inefficienze e opacità della macchina amministrativa regionale.
"La situazione è grave, di una drammaticità assoluta", ha dichiarato Piana, spiegando come i pagamenti attesi dalle aziende agricole non siano ancora arrivati a causa di una catena di ritardi e di documentazione incompleta. Il kit di dati che la società Leonardo avrebbe dovuto fornire in sinergia con AGEA è giunto incompleto, rendendo impossibile l'emissione dei decreti di pagamento da parte dell'Agenzia regionale Argea. Gli aiuti promessi, dunque, restano bloccati, mentre le imprese sarde attendono invano la liquidità necessaria a sopravvivere.
Il presidente del Centro Studi non ha risparmiato critiche a chi ha la responsabilità di guidare le politiche agricole isolane: "La colpa non è degli impiegati, ma di chi avrebbe dovuto dare l'indirizzo politico chiaro, con delibere di giunta e scadenze precise. A oggi, questi atti non ci sono".
Piana ha fornito numeri precisi: mancano all'appello circa 112 milioni di euro relativi al primo pilastro della PAC, di cui solo 30 milioni verranno pagati nei prossimi giorni. Restano fuori 3.201 aziende, che non hanno percepito un euro. E non è tutto: le misure PSR-CSR legate al benessere animale, al biologico, all'indennità compensativa delle domande 2023 e 2024 sono ancora al palo, aggravando ulteriormente il quadro.
Durissimo anche il passaggio sulla gestione degli indennizzi per la siccità nella Nurra: "Zero assoluto nella finanziaria regionale. Nessun capitolo è stato previsto per ristorare i danni dei territori che non possono irrigare."
Non solo denuncia, ma anche proposta. Il 3 maggio a Santa Cristina sarà presentata una proposta ufficiale di riorganizzazione delle agenzie agricole regionali: "Sedici punti per un piano di rinascita dell'agricoltura sarda, da discutere con esperti, istituzioni e operatori del settore".
Il Centro Studi Agricoli, secondo il suo presidente, non vuole solo criticare ma cambiare il sistema. E in questo contesto, la comunicazione gioca un ruolo centrale: "Vogliamo aprire le finestre di una stanza chiusa da anni: informare, rompere il silenzio, smascherare le opacità".
Il tono è accorato, spesso emotivo, ma è chiara la volontà di parlare alle imprese e ai lavoratori della terra: "Siete stati lasciati soli, ma non dovete arrendervi. Uniti possiamo cambiare ciò che non funziona".
Con una promessa finale: "Vi terremo aggiornati, giorno per giorno. Il nostro obiettivo non è la visibilità, ma la trasparenza. Perché l'agricoltura sarda ha bisogno di verità, non di propaganda".