È un documento corposo, articolato, tecnicamente strutturato. Una bozza, riservata fino a ieri, che ha fatto il suo ingresso in Commissione Ambiente del Comune di Alghero nella seduta del 7 aprile. Porta la data del 3 aprile 2025 e arriva direttamente dalla Direzione dell'Azienda Speciale Parco di Porto Conte: si tratta della "Proposta per la rimodulazione dei campi di ormeggio nell’Area Marina Protetta Capo Caccia-Isola Piana", redatta in attuazione della deliberazione del Consiglio Comunale n. 32 del 25 marzo 2025.
La bozza rappresenta il primo atto formale dopo settimane di polemiche pubbliche e scontri istituzionali sul progetto dei campi boe. Un documento che tenta di rispondere all'indirizzo politico, salvaguardando la cornice del finanziamento PNRR da 1,7 milioni di euro, ottenuto nel 2023 con l'obiettivo di installare complessivamente 125 boe nelle acque protette.
Il contesto: dal PAF al PNRR.
Nel testo vengono richiamati i due distinti progetti oggi in fase di attuazione:
Il primo, finanziato sul PO FESR 2014-2020 (Progetto PAF), prevede l'installazione di 61 nuove boe, in aggiunta alle 30 già presenti nella AMP, per un totale di 91.
Il secondo, il più discusso, è quello finanziato sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), Missione 2, componente 4, Linea di investimento 3.5, per un totale di 64 boe, delle quali 43 da posare all’esterno dell’AMP ma all’interno della ZSC “Capo Caccia e Punta Giglio”, in aree ad alta sensibilità ambientale.
Gli indirizzi del Consiglio Comunale.
La bozza recepisce gli indirizzi espressi nella delibera consiliare n. 32, che ha chiesto alla Direzione del Parco:
Una rimodulazione di breve periodo (attuabile entro la scadenza del PNRR a giugno 2025), per evitare la perdita dei fondi già stanziati e l’insorgenza di debiti fuori bilancio.
La salvaguardia delle finalità originarie dei progetti, in particolare la tutela degli habitat marini prioritari (come la Posidonia), contemperando le esigenze ambientali e nautiche.
Una distinzione netta tra modalità di gestione in AMP e in ZSC, pur mantenendo i principi di protezione ambientale.
La proposta tecnica del Parco.
Il documento propone, per il breve periodo, una riorganizzazione dei campi boe, senza stravolgerne il numero complessivo previsto dai due progetti (152 boe al termine delle installazioni PAF + PNRR), ma intervenendo sulla loro dislocazione e, soprattutto, sulle modalità di gestione.
Si ipotizza una rimodulazione che:
concentri le boe dell’AMP in aree già antropizzate e dotate di idonea profondità;
riduca la densità nelle zone più sensibili della ZSC (come Cala della Barca, Porto Conte e Cala Dragunara);
affidi la gestione operativa dei campi boe a un soggetto pubblico/privato da selezionare con evidenza pubblica, introducendo tariffe calmierate, regolamenti stringenti e monitoraggio ambientale.
Il nodo della Valutazione di Incidenza (VIncA)
Come evidenziato dai documenti trasmessi e discussi in questi mesi, il Parco ha ottenuto il finanziamento PNRR proponendo un impianto da 125 boe. Ma, come da normativa, ogni intervento che ricade in ZSC o che può avere impatti su habitat prioritari è soggetto a Valutazione di Incidenza Ambientale (V.Inc.A.). Con la deliberazione della Giunta Regionale n. 27/87 del 10 agosto 2023, l'Azienda Speciale Parco è stata designata Autorità competente in materia di V.Inc.A. per la ZSC Capo Caccia e Punta Giglio. Tuttavia, come specificano le direttive regionali, in caso di progetti proposti dallo stesso Ente gestore, la competenza torna al Servizio VIA della Regione.
Il 5 agosto 2024, il Parco ha presentato ufficialmente l'istanza per una nuova valutazione (livello II) per il progetto dei campi ormeggio. E proprio su questo punto si innesta il processo di rimodulazione: qualunque modifica progettuale, sia essa una riduzione delle boe o una diversa localizzazione, deve passare per la nuova V.Inc.A.
L'obiettivo: salvare il progetto e mediare con il territorio.
La bozza presentata mira a evitare la perdita dei finanziamenti, che genererebbe un danno erariale stimato in oltre 846 mila euro, e a ricucire il rapporto con la città, attraversata da proteste di pescatori, operatori nautici e residenti. Una seconda fase, quella di medio periodo, prevede un processo partecipativo con le categorie interessate per rivedere in profondità la gestione delle boe e, se necessario, anche il numero complessivo.
Prossimi passi.
La proposta è ora all’attenzione della Commissione Ambiente e dovrà approdare nuovamente in Consiglio comunale per un indirizzo definitivo. Nel frattempo, il Parco dovrà proseguire l'interlocuzione con ISPRA e con il Servizio VIA regionale per ottenere il nullaosta alla nuova configurazione. Il tempo stringe: la scadenza per completare i lavori con fondi PNRR resta fissata a giugno 2025.