In divisa, con lo stesso rigore con cui pattugliano i boschi, ma stavolta per un altro tipo di vigilanza: quella sulla vita. Lunedì 24 marzo, venti agenti del Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale si sono recati al Centro Trasfusionale dell’Ospedale San Martino di Oristano per donare il sangue. Un gesto semplice, silenzioso, che non cerca applausi, ma che pesa. Perché sangue in Sardegna ce n’è sempre troppo poco. E chi ne ha bisogno non può aspettare.
“Essere vicini a chi ha bisogno”: con questa frase si è scelto di sintetizzare l’iniziativa, promossa dalla direttrice del Servizio Ispettorato di Oristano e sostenuta anche dai volontari dell’Associazione “Donatori Nati” della Polizia di Stato. Ma a colpire non è tanto la frase – che rischia, come sempre accade con le frasi di circostanza, di perdersi nel vuoto – quanto l’azione concreta, la scelta di rinunciare a qualche ora di servizio per trasformarla in risorsa per gli altri. Un gesto che non si improvvisa, ma che richiede organizzazione, senso civico, e soprattutto consapevolezza.
La Sardegna, da sempre, vive una cronica carenza di sangue. I mesi estivi aggravano il problema, tra l’aumento degli incidenti e la riduzione dei donatori abituali, magari in vacanza. Ecco perché iniziative come quella di Oristano non sono “una buona notizia” da mettere in fondo al telegiornale, ma un segnale preciso che viene da chi, per mestiere, presidia il territorio.
Il dottor Mauro Murgia, direttore del Centro Trasfusionale, ha ringraziato i partecipanti e colto l’occasione per rinnovare l’appello alla popolazione: donare il sangue è possibile ogni giorno, dal lunedì al sabato, dalle 8 alle 12, e anche attraverso le raccolte itineranti organizzate con l’Avis nei vari centri della provincia. Non serve eroismo. Serve costanza.
Nel frattempo, tra chi pianta alberi, salva escursionisti e ora dona sangue, il Corpo forestale continua a difendere la Sardegna, anche dove non ce lo si aspetta.