Un’altra vita spezzata, questa volta a Silanus. Antonietta Ninu, 41 anni, madre di due figli, ha trovato la morte questa mattina in un incidente che difficilmente lascerà indifferenti. Non si tratta di un “semplice” schianto, ma di una collisione fatale vicino al passaggio a livello del treno, dove due veicoli si sono scontrati in circostanze ancora da chiarire.
La dinamica è tanto rapida quanto tragica: uno dei veicoli coinvolti ha travolto Antonietta, uccidendola sul colpo.
I soccorsi, intervenuti con la prontezza che questi episodi richiedono, non hanno potuto fare altro che constatare il decesso. Una scena che lascia senza parole, soprattutto per chi conosceva quella donna, il suo volto, il suo ruolo di madre.
Eppure, ciò che colpisce di più è l’assurdità del contesto: un luogo che dovrebbe rappresentare normalità e routine si trasforma, in pochi istanti, in un teatro di tragedia. Una famiglia distrutta, una comunità in lutto, e due figli che, da oggi, dovranno fare i conti con un vuoto che nessuno potrà mai colmare.
Chi era lì, chi ha visto, non dimenticherà facilmente. Ma non si tratta solo di ricordare: si tratta di rendere giustizia a un nome, a una vita interrotta. Antonietta Ninu non è solo una vittima. È una ferita aperta, un monito, e la protagonista, suo malgrado, di una storia che non dovrebbe mai essere raccontata.