La Sardegna si conferma ancora una volta teatro di dibattiti sull'equilibrio tra sviluppo energetico e tutela del territorio. Mentre la Commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale VIA/VAS ha espresso due pareri negativi su altrettanti grandi progetti di centrali agrivoltaiche, la Regione ha autorizzato, seppur per silenzio assenso, il repowering della centrale eolica “Parco eolico Nulvi Ploaghe”, situata a breve distanza dalla storica Basilica della Santissima Trinità di Saccargia.
Il no della Commissione VIA/VAS è stato netto e argomentato.
Nel caso del progetto agrivoltaico di 358 MWp con sistema di accumulo da 82,5 MWh nelle frazioni di Palmadula, La Corte e altre località del sassarese, così come per l'impianto di 64,40 MW a Guspini, i pareri negativi evidenziano l’impatto ambientale e paesaggistico non sostenibile. La bocciatura non è solo tecnica: difficilmente il Ministero disattenderà tali pareri, confermando la salvaguardia di oltre mille ettari nella Nurra e circa ottanta ettari di terreni agricoli nel Guspinese.
L’Assessore regionale all’Ambiente, Rosanna Laconi, ha rivendicato l'impegno della Regione nel proteggere il territorio. “Questo risultato conferma il nostro impegno nel difendere l’ambiente e il paesaggio, garantendo uno sviluppo sostenibile”, ha dichiarato, sottolineando il valore identitario e culturale delle aree interessate.
Diversa la sorte della centrale eolica vicino alla Basilica di Saccargia.
Dopo anni di vicissitudini amministrative, il progetto di potenziamento, che prevede 27 torri eoliche per una potenza complessiva di 121,5 MW, ha ottenuto l’autorizzazione unica regionale grazie al meccanismo del silenzio assenso previsto dal decreto-legge 50/2022.
La Regione, inizialmente contraria per la mancanza di disponibilità delle aree da parte della società Erg Wind Energy, si è vista superare dalle norme che consentono l’avvio delle procedure espropriative solo dopo il rilascio del titolo autorizzativo. Il T.A.R. Sardegna ha confermato la validità del procedimento, sottolineando che il termine di 60 giorni dalla presentazione dell’istanza ha sancito la formazione tacita del titolo.
La contraddizione è evidente: mentre si vietano grandi progetti agrivoltaici per preservare l’ambiente, si dà via libera a un parco eolico in un’area culturalmente sensibile.
Questo episodio rafforza le richieste di una moratoria nazionale per l’installazione di nuovi impianti energetici, già avanzata da oltre ventimila cittadini e sostenuta dal GrIG.
Il tema è complesso: trovare un equilibrio tra la necessità di transizione energetica e la salvaguardia del patrimonio storico, paesaggistico e ambientale è un’impresa che richiede normative più chiare sulle aree idonee e inidonee. Investire su siti industriali dismessi, tetti fotovoltaici e politiche di risparmio energetico potrebbe rappresentare la via per uno sviluppo realmente sostenibile e rispettoso delle identità locali.
Per la Sardegna, terra di bellezze naturali e testimonianze storiche uniche, la sfida è tutt'altro che semplice.