La stagione di produzione del latte di pecora 2023/2024 si è appena conclusa, ma le cifre finali del saldo fanno già discutere. Il sistema industriale in Sardegna ha fissato il prezzo a saldo a 1,50 euro al litro, mentre il sistema cooperativo ha pagato in media 1,78 euro, con punte fino a 1,90 euro. La differenza è evidente, e il Centro Studi Agricoli (CSA), attraverso il suo presidente Tore Piana, ha espresso una ferma protesta, chiedendo un rialzo del prezzo a saldo a 1,60 euro per litro, per garantire ai pastori un compenso più equo e sostenibile.
“La situazione attuale non è sostenibile per i pastori sardi, che si trovano a fronteggiare costi sempre più elevati e condizioni di produzione difficili”, ha affermato Tore Piana. “Il prezzo del Pecorino Romano DOP, attualmente venduto a 12,30 euro al kg, tende al rialzo, eppure il prezzo del latte pagato agli allevatori rimane bloccato a livelli troppo bassi. Riteniamo che 1,60 euro sia il saldo giusto per la campagna conclusa, rispettando la consueta differenza di 15-20 centesimi rispetto al sistema cooperativo.”
Oltre alla questione del saldo della scorsa stagione, il CSA ha lanciato un appello agli industriali per la nuova stagione, iniziata ufficialmente il 1° novembre. Il CSA propone di fissare l'acconto per il nuovo ciclo produttivo a 1,45 euro/litro, rispetto all’acconto attuale di 1,40 euro/litro. "Si tratta di una richiesta basata sui fatti: la Sardegna quest’anno produrrà meno latte ovino, con un deficit stimato di oltre 28 milioni di litri, a causa dei cambiamenti climatici e dell’impatto devastante del virus della Blue Tongue, che ha provocato la perdita di oltre 53.000 capi e circa 180.000 aborti," ha spiegato Piana. "Questo vuoto nella produzione di latte non solo influenzerà la quantità di Pecorino Romano disponibile sul mercato, ma aumenterà la pressione sui pastori, già messi a dura prova."
Tore Piana ha aggiunto che la richiesta di un aumento nel prezzo del latte non è "fantasia", ma una misura necessaria per mantenere l’equilibrio tra profitti industriali e sforzi dei produttori.
“Riconoscere il giusto valore al latte prodotto non è solo una questione di equità economica, ma di rispetto per chi lavora ogni giorno per garantire una delle eccellenze alimentari del nostro territorio,” ha concluso Piana, chiedendo una revisione anche del prezzo del latte di capra, con una proposta di 1,20 euro al litro.
Nei prossimi giorni, il CSA tornerà a trattare la questione del disciplinare del Pecorino Romano DOP, una discussione chiave che potrebbe influenzare il futuro della produzione e dei prezzi del settore.
L’appello è chiaro: il sistema industriale deve rispondere alla chiamata del CSA e aumentare il saldo del latte, riconoscendo finalmente l’importanza del lavoro dei pastori e l’impatto che una giusta remunerazione può avere su tutta l’economia rurale sarda.