La legge di bilancio del Governo Meloni riceve un giudizio favorevole dal segretario generale della Cisl, Pier Luigi Ledda, pur con riserve su alcuni punti migliorabili. Ledda sottolinea che, “pur non priva di aspetti migliorabili e da modificare nei limiti finanziari imposti dal Patto di Stabilità europeo, risponde in modo significativo a diverse urgenze dei lavoratori, delle famiglie e del sistema socio-economico nel suo complesso.” In linea con il leader nazionale del sindacato, Luigi Sbarra, il segretario sardo evidenzia positivamente il “taglio del cuneo fiscale e contributivo,” ormai strutturale, l’“accorpamento delle prime due aliquote Irpef,” la “defiscalizzazione al 5% per i salari legati alla produttività” e il welfare contrattato.
Un altro punto chiave per la Cisl è la proroga della decontribuzione e il potenziamento degli incentivi per le assunzioni, con un’attenzione particolare verso giovani, donne e lavoratori svantaggiati del Mezzogiorno. Anche qui, Ledda ribadisce l’importanza del “rifinanziamento del credito d’imposta” per queste categorie, ritenendolo uno stimolo necessario per rilanciare l’occupazione e ridurre le disparità economiche.
Sulla Sardegna, tuttavia, Ledda osserva la necessità di uno “sforzo maggiore”. Secondo il segretario, la Regione dovrà avanzare proposte che possano integrare e migliorare l’impianto della legge, per ottenere ulteriori impegni. Il punto dolente resta la sanità: “nella manovra nazionale abbiamo un incremento degli investimenti sul fondo sanitario complessivo, per il 2025, di 2,3 miliardi. Sono, però, risorse di cui la Sardegna non potrà usufruire, perché ormai da troppo tempo la spesa per la sanità ricade sulla Regione.” Ledda conclude con un richiamo fermo al governo: la Regione ha bisogno di ricontrattare quanto prima il Patto con lo Stato, oggi obsoleto e penalizzante per i sardi, ormai esclusi da risorse essenziali per il benessere e la salute dell’isola.