“Lav(or)ando”: il progetto sociale per il reinserimento dei detenuti, la visita di Desiré Manca nelle carceri di Quartucciu e Uta

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  Cagliari, 10 ottobre 2024 – L'assessora regionale del Lavoro, Desiré Manca, ha visitato oggi l’Istituto penitenziario per minori di Quartucciu e la Casa circondariale di Uta, per valutare i progressi e i risultati di un’iniziativa ambiziosa e innovativa: il progetto sociale “Lav(or)ando”. Questo progetto, avviato nella primavera del 2020 dalla cooperativa cagliaritana Elan e sostenuto dalla Fondazione con il Sud, si pone l’obiettivo di offrire una seconda possibilità ai detenuti, attraverso il loro impiego nelle lavanderie industriali all'interno delle strutture carcerarie. 

  “Lav(or)ando”, fin dal suo avvio, ha cercato di andare oltre la semplice formazione lavorativa. Attraverso l’impiego in attività concrete e la collaborazione con aziende del territorio, il progetto punta a fornire ai ventiquattro detenuti coinvolti un'opportunità di riscatto, di riabilitazione sociale e di reinserimento lavorativo. Un aspetto significativo dell'iniziativa è anche l’attenzione alla sostenibilità energetica: a febbraio, infatti, sul tetto del carcere di Uta è stato installato un impianto fotovoltaico da 15 kW, che contribuisce all’autosufficienza energetica delle lavanderie, riducendo l’impatto ambientale. Desiré Manca, nel corso della visita, ha sottolineato l’importanza di investire in progetti di riqualificazione per le persone detenute, rimarcando come il lavoro possa rappresentare un vero e proprio strumento di rinascita: «L’obiettivo del nostro assessorato è quello di garantire anche all’interno delle carceri dei percorsi di riabilitazione e soprattutto di riqualificazione e di formazione.

  Ho molto apprezzato il lavoro nelle lavanderie di Uta e Quartucciu. Sarà pertanto nostra cura lavorare alla realizzazione di progetti formativi innovativi che possano rappresentare realmente un’opportunità per questi ragazzi che hanno sbagliato». Le parole dell’assessora trovano eco in quelle di Elenia Carrus, vicepresidente della cooperativa Elan, che ha ribadito l’importanza di rendere visibili i progressi raggiunti: «Ci tenevamo che l’assessora visitasse le nostre lavanderie, vedesse quanto abbiamo costruito in questi quattro anni e in che modo le persone detenute, che hanno percorso con noi un pezzo della loro strada, hanno sfruttato questa occasione di possibile riscatto». L’impegno della cooperativa ha consentito di coinvolgere nuove aziende e di aumentare le commesse, dimostrando come il lavoro possa essere un “motore di riscatto sociale” e uno strumento per ricostruire un legame con la società. 

  Anche Anna Tedde, presidente della cooperativa, ha sottolineato la portata del progetto, definendolo un esempio di come sia possibile trasformare il tempo della detenzione in una risorsa per la comunità e per i detenuti stessi. «È stato un percorso complesso, ma in continua crescita. Abbiamo aumentato le commesse, coinvolto diverse aziende e, sicuramente, fatto passare un messaggio importante: il lavoro è un motore di riscatto sociale, un modo per sentirsi utili alla società e ricreare e rinsaldare quel patto sociale che è stato violato», ha dichiarato. “Lav(or)ando” si distingue come un progetto che mira non solo alla riqualificazione professionale, ma anche al recupero della dignità e all’offerta di un’alternativa concreta per chi ha commesso errori. È un esempio di come il sistema penitenziario possa trasformarsi in un luogo di crescita e opportunità, anziché limitarsi a essere un contenitore di esclusione. La visita di Desiré Manca segna un momento di attenzione istituzionale verso questo modello, con l’auspicio che possa essere ampliato e replicato, contribuendo a un cambiamento positivo e duraturo.