Le imprese montane della Sardegna si trovano di fronte a una crescente minaccia: frane e alluvioni, conseguenze dirette dei cambiamenti climatici, mettono a rischio il 62,6% delle oltre 4.000 attività che operano in queste aree. La preoccupazione è grande, come sottolineano Giacomo Meloni e Daniele Serra di Confartigianato Sardegna: "Non possiamo più permetterci di perdere tempo. È necessario agire immediatamente attraverso una prevenzione idrogeologica che affronti in modo strutturale le fragilità del territorio".
L'analisi condotta da Confartigianato Sardegna, su dati ISPRA e ISTAT, dipinge un quadro allarmante: circa 2.500 imprese e 6.300 dipendenti rischiano di subire danni devastanti da eventi come frane e alluvioni. Nuoro e il Sud Sardegna sono tra le province italiane più a rischio, con un impatto particolarmente forte sui comuni montani.
La situazione critica si intreccia con la realtà dell'intero territorio italiano, dove i danni economici causati dagli eventi climatici estremi hanno superato i 50 miliardi di euro nel decennio 2013-2022.
Meloni sottolinea l'inefficacia di alcune misure, come l'obbligo di un'assicurazione contro le calamità: “Rappresenta solo un costo aggiuntivo per gli imprenditori e non risolve il problema alla radice”, ossia la necessità di interventi strutturali per la messa in sicurezza delle aree a rischio. Serve una visione a lungo termine che vada oltre le risposte emergenziali, utilizzando anche le risorse del PNRR per prevenire i danni, realizzare infrastrutture adeguate e mantenere costanti controlli sulle condizioni del territorio.
Daniele Serra aggiunge un'analisi preoccupata degli effetti dei cambiamenti climatici, descrivendo una Sardegna che affronta un clima sempre più instabile, caratterizzato da “slittamento delle stagioni e moltiplicarsi di eventi estremi”. Una situazione che negli ultimi dieci anni ha comportato pesanti perdite per il settore agricolo e per le infrastrutture dell'Isola.
Confartigianato Sardegna vede nelle piccole imprese un potenziale alleato nella battaglia per la tutela ambientale, definendole “guardiane del territorio”.
La proposta è quella di coinvolgerle nella gestione e nella manutenzione del territorio, applicando buone pratiche anche nei settori agricolo e forestale per ridurre il rischio idrogeologico.
Ma questa visione si scontra con una realtà fatta di investimenti inadeguati: nel decennio 2009-2019, le spese per la tutela del territorio in Italia sono state drasticamente ridotte, causando una riduzione degli interventi di prevenzione. Solo dal 2021, anche grazie al PNRR, si è visto un timido aumento degli investimenti, ma i fondi stanziati sono ancora lontani dall’essere sufficienti per affrontare la sfida climatica in maniera efficace.
L'appello di Meloni e Serra è chiaro: occorre agire subito e con determinazione per proteggere il territorio sardo. Gli eventi climatici estremi sono una realtà sempre più frequente, e l’Isola, con le sue fragilità e le sue peculiarità, non può permettersi ulteriori ritardi nella realizzazione di un piano di protezione e sviluppo sostenibile. “Serve meno burocrazia e strumenti di gestione del rischio più avanzati ed efficaci”, concludono, ribadendo l'urgenza di un'azione coordinata che metta al centro la sicurezza del territorio e la sopravvivenza delle piccole imprese.