Il 18 ottobre 2021 ci lasciava Angelo Licheri, il volontario gavoese che nel 1981 tentò di salvare il piccolo Alfredino Rampi, intrappolato in un pozzo artesiano a Vermicino. Un gesto di straordinario coraggio che è rimasto impresso nella memoria collettiva degli italiani, ma che non ha mai ricevuto un riconoscimento ufficiale da parte dello Stato.
Licheri, emigrato dalla Sardegna e impiegato nel Circo Orfei, apprese della tragedia il 12 giugno 1981 e, senza esitazione, si offrì di calarsi nel pozzo. La sua corporatura esile gli consentì di infilarsi nello stretto cunicolo dove nessun altro riusciva a entrare. A testa in giù, rimase per 45 minuti, ben oltre i 25 minuti di sicurezza indicati dai soccorritori, cercando disperatamente di afferrare Alfredino e riportarlo in superficie. Ma la missione si rivelò impossibile: il corpo del bambino, scivoloso e incastrato, non riusciva a risalire.
Quella notte, Angelo Licheri non poté salvare Alfredino, ma il suo coraggio, la sua determinazione e il rischio che assunse per cercare di salvare una vita gli valsero il rispetto e l’ammirazione di milioni di italiani, che per tre giorni seguirono la vicenda in diretta televisiva. La tragedia di Vermicino fu il primo evento drammatico trasmesso in tempo reale dalla televisione italiana, una cronaca che entrò nelle case di tutti, segnando profondamente la coscienza collettiva del Paese.
Nonostante il suo eroismo, Licheri non ha mai ricevuto un riconoscimento ufficiale dallo Stato italiano per quel gesto, una mancanza che ha lasciato un vuoto e un rammarico per chi ha vissuto quei giorni e ne ha apprezzato il sacrificio. Eppure, la sua figura rimane un simbolo per molti, un esempio di chi, pur nella difficoltà e nel rischio personale, non ha esitato a provare l'impossibile.
Il ricordo di Angelo Licheri, a tre anni dalla sua morte, resta vivo nella memoria di chi lo conobbe e di chi seguì quei momenti drammatici, un simbolo di un'umanità che si mette al servizio degli altri, anche quando le possibilità di successo sono minime. In un'epoca in cui spesso ci si dimentica del valore dei gesti gratuiti e disinteressati, il suo ricordo ci ricorda la grandezza di chi, anche senza gloria, ha saputo incarnare un autentico spirito di altruismo e coraggio.