In questi ultimi giorni, circa 9.000 algheresi hanno ricevuto degli avvisi di accertamento relativi alla Tassa Rifiuti (Tari) per il periodo 2019-2021. Questi avvisi, arrivati in contemporanea con la nuova bolletta del 2024, hanno sollevato molte polemiche e proteste, soprattutto tra gli anziani e le persone meno pratiche di internet, che hanno riscontrato difficoltà sia nei pagamenti online che nella gestione delle lunghe file agli sportelli fisici. In molti hanno temuto si trattasse di "cartelle pazze", ma la Secal, la società incaricata della riscossione, ha prontamente smentito queste accuse.
La presidente della Secal, Anna Maria Monfardino, ha voluto chiarire la situazione e rassicurare i contribuenti, spiegando che non si tratta di errori o di avvisi emessi a caso, ma di provvedimenti volti al recupero di tributi non versati, parzialmente versati o versati in ritardo. «Non chiamatele “cartelle pazze”. Sono provvedimenti atti al recupero di omessi, parziali o tardivi versamenti della Tari, dal 2019 al 2021», ha dichiarato Monfardino, sottolineando la necessità di sgomberare il campo da «inesattezze» che circolano in questi giorni.
Questa campagna di accertamento rientra nei doveri contrattuali della Secal, che ha l'obbligo di emettere tali avvisi entro il 31 agosto 2024, come stabilito nel contratto sottoscritto il 15 giugno 2023 con la precedente Amministrazione comunale.
Monfardino ha inoltre evidenziato che i circa 9.300 avvisi di accertamento recapitati rappresentano una minoranza rispetto ai 30.000 contribuenti censiti nel Comune di Alghero. «Va peraltro rilevato che il numero degli avvisi emessi è riferito a una platea minoritaria, rispetto alla generalità dei contribuenti i quali hanno invece assolto regolarmente e tempestivamente la propria obbligazione tributaria», ha aggiunto la presidente.
Alla commissione consiliare convocata per affrontare il problema ha partecipato anche il direttore della Secal, Cristoforo Scanu, il quale ha confermato che l'83% degli avvisi riguarda il mancato pagamento, totale o parziale, o tardivo, mentre solo il 17% dei contribuenti ha dichiarato superfici errate, pagando così meno del dovuto. La Secal prevede di recuperare circa sei milioni di euro attraverso questa operazione, con l’aggiunta del 30% in sanzioni.
Tuttavia, l'ondata di notifiche ha creato disagi, soprattutto tra i cittadini meno abituati a gestire pratiche online, che si sono trovati in difficoltà sia nell'affrontare i pagamenti digitali che nel districarsi tra le lunghe file agli sportelli. Questi problemi logistici, uniti alla natura stessa degli avvisi, hanno contribuito ad alimentare il senso di confusione e caos. Per molti anziani e persone non pratiche di internet, la situazione si è trasformata in una sfida complicata.
L'intervento della Secal è stato dunque necessario per riportare ordine e chiarire che si tratta di una procedura standard, atta a regolare posizioni fiscali non corrette. Resta però il fatto che le modalità di gestione della questione hanno creato malcontento tra una parte della cittadinanza, che ha dovuto fare i conti con disagi non indifferenti.